Vaccinazioni per i più deboli


ALLARME Dopo la pandemia registrata nel 2009-2010

I decessi causati dal virus H1N1 furono nel mondo 575mila (più 100mila)

In tutto il mondo oltre cento laboratori cercano di identificare i nuovi ceppi dell’influenza che si avrà nel prossimo inverno

di Luigi Cucchi

  Torna l’allarme influenza. Quest'anno la stagione influenzale sarà meno mite e più complessa rispetto a quella dei due anni scorsi e richiederà una attenzione maggiore alla vaccinazione soprattutto per le categorie deboli.  È il  messaggio di Pierluigi Clerici, presidente dell'associazione microbiologi clinici Italiani. In base ai dati dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) si stima che circolerà ancora il ceppo virale pandemico del 2009 (il virus H1N1), ma anche altri due ceppi diversi da quelli che hanno circolato negli ultimi due anni (un ceppo B e un ceppo H3N2).

  Un recente lavoro pubblicato su The lancet fornisce dati su cu riflettere circa la reale importanza della pandemia influenzale del 2009-2010. I decessi causati dal virus, secondo le stime pubblicate, sono stati 575 mila, cioè circa centomila in più rispetto all'influenza stagionale. A differenza delle solite epidemie stagionali però, l'80% dei decessi è avvenuto in soggetti con meno di 65 anni.

  «Dopo l'anno della pandemia-spiega il presidente Clerici - abbiamo avuto due stagioni influenzali relativamente tranquille con presenza degli stessi ceppi virali e, quindi, la composizione del vaccino è rimasta uguale. Nel corso degli ultimi mesi, le organizzazioni sanitarie mondiali hanno effettuato
indagini e rilevazioni per identificare i possibili ceppi dell'influenza che ci affliggeranno nel corso del prossimo inverno ed hanno indicato gli strumenti per proteggere la popolazione debole». Per arrivare a questa significativa identificazione, lavorano oltre cento laboratori in altrettanti Paesi che raccolgono i virus influenzali dai pazienti e li inviano a cinque centri di riferimento (Atlanta Georgia-USA, Londra-Regno Unito, Melbourne- Australia, Tokyo- Giappone, Pechino-Cina) che li tipizzano. Sulla base dei tipi identificati, della loro maggior o minor circolazione, dei luoghi dove hanno stanziato e di come si sono spostati nei due emisferi, si arriva a presumere con buona approssimazione quali sono i ceppi virali che saranno la causa principale della successiva stagione fredda e quindi quali inserire nel vaccino. I vaccini contro l'influenza sono usati da oltre 60 anni. Sono considerati sicuri e sono il più efficace intervento a disposizione per prevenire morbosità e mortalità correlate all'influenza. La vaccinazione antinfluenzale è particolarmente importante per le persone ad alto rischio di complicanze, peri conviventi e per chi si prende cura di loro. In particolare l'Oms raccomanda la vaccinazione annuale per tutte le persone con più di 65anni di età, per coloro che sono affetti da più di sei mesi da una patologia cronica, per coloro che accudiscono gli anziani e di disabili, per le donne in gravidanza, gli addetti ai servizi essenziali.

  L'influenza può manifestarsi in forma lieve, ma a volte può essere molto grave o addirittura fatale; la gravità può variare da un anno all'altro. Le complicanze più comuni sono: la polmonite, la disidratazione, difficoltà respiratorie, malattie cardiache, asma, diabete. Le persone con complicanze serie necessitano, spesso, del ricovero in ospedale. I tassi di ospedalizzazione sono più alti per i bambini con patologie croniche e per i bambini di età inferiore ai due anni. Nel nuovo piano nazionale prevenzione vaccinale valido per il triennio 2012-2014 sono indicati gli obiettivi vaccinali generali e specifici da raggiungere, sia nella popolazione generale che nei gruppi a rischio, prevedendo una verifica annuale nell'ambito del monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza.
 Tra gli obiettivi indicati è presente anche il mantenimento della sorveglianza epidemiologica attiva da realizzare mediante le anagrafi vaccinali che, secondo il documento, dovranno essere soggette ad un processo di informatizzazione.

Il Giornale, 16 settembre 2012, pag, 31

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