«Uno di noi» la petizione europea entra a scuola


di Graziella Melina

  Noi vogliamo che i ragazzi concepiscano la cultura come vita. D’altronde la cultura è sempre a favore della vita, non esiste una cultura della morte». Nicola Filippone, da poco più di un anno preside dell’Istituto salesiano Don Bosco Ranchibile di Palermo, tiene a ribadirlo. E pure a spiegarlo agli studenti. Tanto che per sabato ha organizzato una raccolta firme per la campagna "Uno di Noi", promossa dalle associazioni pro life per chiedere il rispetto e la tutela dell’embrione umano. 

«Abbiamo pensato di iniziare la giornata formativa con un convegno perché l’informazione è fondamentale», spiega Filippone, che per l’occasione ha coinvolto il Movimento per la vita di Palermo e ha All’Istituto don Bosco Ranchibile di Palermo è stata organizzata una raccolta di firme in di fesa della vita. Coinvolti 900 studenti.

  chiamato a intervenire un teologo, un giurista e un ginecologo. All’iniziativa parteciperanno i 900 ragazzi dell’Istituto e le loro famiglie. «Alla fine
pensiamo di poter raccogliere oltre 1500 adesioni», anticipa. Un master in bioetica all’Istituto Teologico San Tommaso di Messina, e 8 anni come catechista, il preside Filippone di cultura della vita in realtà ne ha sempre parlato ai suoi studenti. «Un punto fondamentale – spiega – è far capire ai ragazzi la differenza tra ciò che è legale e ciò che è giusto. Non sempre questi due concetti coincidono. Ricordo che la legalizzazione dell’aborto era uno di quei punti su cui il confronto diventava molto animato. I ragazzi spesso mi dicevano: "Ma se è consentito per legge perché lei ci dice che non è giusto?".

   Ecco che la formazione per i ragazzi è indispensabile e bisogna pensarci da subito», ribadisce il preside, che intanto ha già pensato a come continuare a promuovere la campagna "Uno di Noi". «La raccolta firme al Don Bosco Ranchibile continuerà anche per i prossimi mesi – dice – .Mettiamo a disposizione i nostri uffici, la segreteria e la presidenza. Chi volesse venire per firmare può farlo tranquillamente, non disturba».

Avvenire, 15 novembre 2012, pag, 356

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