Cartilagine nuova dalle cellule riprogrammate


Mostrata con il metodo che è valso il Nobel a Yamanaka l’efficacia su malattie degenerative delle articolazioni

Alessandra Turchetti

  Quasi una risposta al desiderio espresso, in occasione dell’attribuzione del Nobel per la Medicina, che la sua tecnica potesse quanto prima passare dal laboratorio al paziente: questo aveva detto Shinya Yamanaka alla notizia del conferimento del prestigioso premio per la sua scoperta del metodo di riprogrammazione delle staminali adulte. È stata infatti appena pubblicata la ricerca che dà conto dell’ottenimento da staminali pluripotenti indotte (Ips, le "cellule etiche") di cartilagine con le stesse caratteristiche di quella prodotta per via naturale. La ricerca, condotta sui topi, mostra che la speranza di Yamanaka si avvicina sempre più alla realtà.

  Fibroblasti adulti sono stati riprogrammati allo stato embrionale stimolandoli con fattori di crescita specifici per farli differenziare in condrociti, ossia in cellule produttrici di collagene, uno dei componenti del tessuto cartilagineo. Lo studio, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas), è stato condotto
alla Duke University (Usa). La potenza del metodo sta nella capacità di creare una quantità illimitata di staminali che possono, poi, trasformarsi in qualsiasi altro tipo di tessuto, in questo caso la cartilagine, che potrebbe servire per la cura di varie lesioni dal momento che è difficilmente riparabile o rigenerabile. Applicando la stessa strategia nell’uomo è ipotizzabile, in un futuro non troppo lontano, l’ottenimento di cartilagine da cellule riprogrammate umane "su misura", ovvero prodotte dallo stesso paziente, aprendo la strada alla cura di malattie degenerative quali l’osteoartrite o alla possibilità di avere modelli per studiare malattie e potenziali terapie.

Avvenire, 1 novembre 2012, pag, 353

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