Il fenomeno Sviluppo
anticipato, che può non coincidere con la maturazione sessuale
Sia nei maschi che nelle
bambine si è abbassata sensibilmente l’età d’ingresso nella pre-adolescenza
Piccoli uomini crescono. Troppo in fretta. Anche
loro, come già sta succedendo per le bambine, manifestano i primi segni della pubertà
da sei mesi a due anni in anticipo rispetto a quanto accadeva alla fine degli
anni Sessanta.
Secondo i dati che arrivano da uno studio
della Società Americana di Pediatria, condotto da Marcia Herman-Giddens
dell’University of North Carolina su 4 mila individui e appena pubblicato su
Pediatrics, i bambini si incamminano sulla strada della pre-adolescenza attorno
ai 10 anni, se sono bianchi o ispanici e attorno ai 9 se sono afroamericani.
L’orologio dello sviluppo, infatti, tiene conto anche della genetica.
Il fenomeno della pubertà «anticipata» non è
soltanto americano: anche da noi si registrano le stesse tendenze.
«In Italia — fa notare Gianni Bona, pediatra
all’Università del Piemonte Orientale a Novara — già alla fine degli anni
Novanta alcuni studi avevano rilevato un abbassamento dell’età di ingresso nella
pubertà di almeno un anno rispetto a epoche precedenti, sia nei maschi che
nelle femmine. Così oggi una bambina a 8 anni e un bambino a 9 possono
cominciare a sviluppare le cosiddette caratteristiche sessuali secondarie. Che
per le femmine sono la comparsa del bottone mammario e dei peli al pube e alle
ascelle e per i maschi l’ingrossamento dei testicoli (un parametro difficile da
valutare e che ha un po’ ostacolato gli studi sulla pubertà maschile, ndr) e la
comparsa dei peli pubici».
Una situazione che, però, non allarma gli
esperti. «A queste età — continua Bona — si può ancora parlare di
normalità. È
il limite minimo fissato dalla statistica che riflette la media di una popolazione.
E poi pubertà "anticipata" almeno per quanto riguarda le femmine non significa
comparsa anticipata delle mestruazioni. Oggi l’età del menarca si aggira
attorno ai 12 anni ed è rimasta stabile negli ultimi tempi».
Quello che dimostrano gli ultimi studi,
dunque, è un abbassamento dell’età di comparsa dei caratteri sessuali secondari
per maschi e femmine, ma non del menarca per quanto riguarda le femmine e della
capacità di produrre spermatozoi da parte del maschio, che compare dopo circa
due anni dall’inizio della pubertà.
A questo punto la domanda è inevitabile:
perché i bambini cominciano ad assumere le sembianze di adulti prima che in
passato? Le risposte sono le più disparate. A partire da quelle che accusano i
programmi televisivi.
Una ricerca di qualche tempo fa
dell’endocrinologo fiorentino Roberto Salti del l’Ospedale Meyer di Firenze, sosteneva
che le scene di violenza e di sesso possono agire sui centri cerebrali che
controllano il sistema ormonale e dare il via, in persone particolarmente
predisposte, a quelle modificazioni ormonali che innescano la pubertà. Ma ci
sono altre ipotesi.
La più accreditata prende in considerazione
la dieta. Una buona alimentazione favorisce lo sviluppo fisiologico e la
maturazione sessuale. Una controprova? Le anoressiche hanno una pubertà
ritardata (anoressia a parte ci sono altre cause di ritardo puberale, come
l’eccesso di esercizi fisico o un’intossicazione da piombo), chi è sovrappeso
ha una pubertà anticipata.
«Un concetto da non dimenticare — dice
Vincenzina Bruni, che dirige all’Ospedale Careggi di Firenze il primo Centro
italiano di ginecologia pediatrica — è che l’orologio biologico si attiva
grazie a una serie di messaggi, trasmessi da neuromediatori, che arrivano al
cervello dal corpo, dal tessuto adiposo per esempio, dal pancreas o dall’intestino,
e che dipendono dallo stato nutrizionale. Il menarca, infatti, si manifesta quando
si raggiunge un determinato peso corporeo».
Secondo una vecchia considerazione casalinga
il peso che fa partire i segnali capaci di dare il via alla prima mestruazione
si aggira attorno ai 40 chili. Uno dei fattori che contribuirebbe
all’abbassamento della soglia della pubertà potrebbe essere proprio l’obesità,
in crescita costante nella popolazione infantile.
«Ma c’è un altro fattore che merita interesse
— aggiunge Bona — ed è l’inquinamento ambientale. Oggi si parla di endocrine
disruptor o interferenti endocrini, sostanze inquinanti che mimano gli effetti
degli ormoni e interferiscono sul loro equilibrio». Gli interferenti endocrini
possono agire in modi diversi: imitando gli effetti degli ormoni, alterandone
la produzione, interferendo con il loro metabolismo e con l’eliminazione.
Queste sostanze sono presenti in numerosi prodotti, anche di largo consumo.
Alcuni studi condotti negli Stati Uniti
hanno, per esempio, dimostrato un pubarca precoce (comparsa di peli pubici) in
bambini e bambine che erano venuti a contatto, attraverso la pelle, con creme a
base di testosterone usate dai loro padri per migliorare le performance
atletiche e le prestazioni sessuali.
Molti cosmetici, profumi e shampoo contengono
fenoli, ftalati e fitoestrogeni che sono stati associati allo sviluppo mammario
precoce da uno studio pubblicato sulla rivista Environmental Health Perspective
e condotto su oltre un migliaio di bambini in età prepuberale.
Gli ftalati, comunque, non sono ammessi nei
prodotti cosmetici commercializzati in Europa, mentre lo sono in quelli venduti
negli Stati Uniti. Un’altra «ecocausa» di pubertà anticipata è il bisfenolo A
che si trova nei prodotti di plastica poli carbonata, come contenitori per
alimenti, posate, bicchieri, bottiglie e può avere un’azione estrogenica. Non
solo: secondo uno studio condotto alla Seconda Università di Napoli dal
pediatra Emanuele Miraglia Del Giudice, il bisfenolo A potrebbe anche essere
associato all’obesità infantile che a sua volta anticipa la pubertà.
Persino i ritardanti di fiamma, utilizzati
per rendere ignifughi stoffe e tappeti, hanno effetti negativi sugli ormoni e
sul peso.
In definitiva i fattori che possono
interferire con lo sviluppo puberale sono tanti ed è difficile pensare a una
ricetta universale che aiuti a crescere al momento giusto. Valgono, però,
alcune regole generali: offrire ai bambini un’alimentazione sana che non faccia
aumentare di peso (con tanta frutta e verdura e non troppa carne rossa che sembrerebbe
un altro fattore favorente la pubertà precoce), stimolare un’adeguata attività
fisica, possibilmente all’aria aperta, e ridurre le ore passate davanti alla
televisione, garantire un buon sonno.
E anche una certa serenità familiare.
Ricercatori dell’Università dell’Arizona e
del Wisconsin hanno evidenziato che situazioni stressanti all’interno della
famiglia, come la povertà, i conflitti fra i genitori e cattive relazioni fra
genitori e figli, possono anche loro favorire la pubertà precoce.
Corriere della Sera, 25 novembre 2012, 47
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