«Vietato nascere» per un giorno
di Francesca Angeli
Blocco delle sale parto il 12 febbraio, per
quel giorno sarà «vietato» nascere. Per la prima volta ginecologi ed ostetriche
annunciano uno sciopero dell’assistenza parti e dunque circa un migliaio di
neonati rischiano di finire in «lista d’attesa». Saranno ovviamente assicurate
le emergenze ma è lo stesso presidente della Società italiana di ginecologia
(Sigo), Nicola Surico, a riconoscere che si tratta di una scelta estrema e non
priva di rischi sanitari. «Saranno garantite le emergenze spiega Surico-ma in
questo campo non è sempre facile stabilire il confine dell’urgenza e si corrono
seri rischi. Saranno i politici ad assumersi le responsabilità di eventuali
problemi». Dunque niente parti programmati, cesarei o naturali, nessun esame
clinico o visita: saranno tutti rimandati o se possibile anticipati. In fine
una minaccia alla quale tutti i politici sono sensibili: sciopero del voto per
i 15 mila operatori del settore.
Perché
tutte le sigle più rappresentative del comparto (Associazione ostetrici ginecologi
ospedalieri italiani, Aogoi; Associazione ginecologi universitari, Agui; Associazione
italiana ostetricia, Aio; Società italiana di ecografia ostetrica, Sieog) hanno
preso una decisione tanto drastica e che non mancherà di suscitare polemiche?
Oltre alla questione dei tagli nel settore della sanità è l’aumento delle denunce
per «malpractice» ovvero per presunti casi di malasanità ad essere giudicato
insostenibile soprattutto dagli operatori di questo settore che è il più
colpito. Le denunce contro medici e sanitari sono addirittura triplicate negli
ultimi 15 anni e con l’aumento delle denunce sono cresciuti i costi dei premi assicurativi.
Gli operatori del settore si aspettavano un intervento decisivo in questo settore
da parte del ministro della Salute, Renato Balduzzi .Intervento però che non è
arrivato. A questo punto i camici bianchi si sentono «scoperti» e hanno preso
una decisione clamorosa per portare le loro ragioni all’attenzione del governo
e dell’opinione pubblica. Dalla prossima estate diventerà obbligatorio
assicurarsi per tutti i medici e i liberi professionisti. E visto che a causa
degli aumenti molte aziende sanitarie non assicurano più i propri dipendenti
saranno i medici a dover pagare anche oltre 10 mila euro all’anno per potersi
tutelare. «Sono migliaia le denunce contro i ginecologi eppure alla fine dei
procedimenti il 99 per cento dei sanitari viene assolto o il caso
archiviato», spiega Vito Trojano, presidente Aogoi. Molti professionisti però anche se assolti nel penale sono poi condannati a pesanti risarcimenti nel civile e dunque cresce di conseguenza anche il cosiddetto fenomeno della medicina difensiva.
archiviato», spiega Vito Trojano, presidente Aogoi. Molti professionisti però anche se assolti nel penale sono poi condannati a pesanti risarcimenti nel civile e dunque cresce di conseguenza anche il cosiddetto fenomeno della medicina difensiva.
Ogni anno vengono spesi circa 14 miliardi di
euro in esami e di interventi inutili prescritti dai medici per paura di essere
denunciati per non aver fatto quell’esame o non aver tentato quell’intervento.
Su 357 procedimenti penali conclusi contro sanitari solo due hanno avuto come
esito una condanna. Sono stati archiviati il 98,8per cento dei casi di lesione
colposa e il 99,1di omicidio colposo. Il Tribunale per i diritti del malato pur
comprendendo le ragioni dei medici non approva la scelta di scaricare sui cittadini
le conseguenze della protesta.
Il Giornale, 17 gennaio
2013, pag, 15
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