di Luca Bernardo

Ma attenzione, ogni esperienza essenziale
rappresenta nella evoluzione del fanciullo un punto non di arrivo ma di
partenza… il percorso è sempre il medesimo: la crescita, e l’obiettivo è il
mondo dei grandi. Mentre i bambini vivono tutto il loro percorso evolutivo con
naturalezza e spesso affrontano passi decisivi come un gioco, noi genitori
mettiamo in discussione ogni azione e pensiero, affrontando mille dubbi e
ponendoci molte domande.
Sin dalla nascita già è presente nel neonato
l’istinto di deambulare, cioè di camminare, alcuni bambini possono manifestare
presto l’interesse a muovere i primi passi, ad esplorare questo mondo tanto
grande e tanto vario.
Quando avrà circa cinque-sei mesi, se lo si
mette in piedi in equilibrio sulle cosce dei genitori, il piccolo rimbalzerà su
e giù sviluppando i muscoli, se lo mettiamo su un tappeto imparerà a rotolare,
a sedersi e andare carponi. La prima fase è quella del gattonamento, alcuni
bambini saltano addirittura questa fase. Se il bambino
non gattona non vuol
certo dire che ha problemi! E sperimentano invece altre modalità di movimento,
ad esempio strisciano a pancia in giù, si spostano da seduti aiutandosi con
mani e piedi, per poi passare direttamente alla stazione eretta, ribadendo il
concetto fondamentale che ogni bambino ha un processo psicomotorio personale.
E il genitore cosa deve fare? Innanzitutto
controllare che non ci siano ostacoli e/o pericoli negli spazi in cui gattona,
eliminarli e lasciarlo libero di fare i suoi movimenti il più possibile in
autonomia, ad esempio su un tappeto circondato da cuscini. Solo in questo modo
acquisirà gradualmente sicurezza e si preparerà a poco a poco a mettersi in
piedi. In tutti i suoi tentativi, l’atteggiamento di mamma e papà deve essere
sempre giocoso e incoraggiante, mai preoccupato e troppo protettivo.
A
circa otto mesi probabilmente comincerà a cercare di alzarsi in piedi
appoggiandosi al divano. Mano a mano che la sua abilità migliora riuscirà a
stare in piedi senza supporto e comincerà a girare tenendosi ai mobili. Fatto
questo, potrebbe essere in grado di fare dei passi se sostenuto e potrebbe
cercare di raccogliere un giocattolo stando in piedi.
A nove o dieci mesi comincerà a capire come
piegare le ginocchia e sedersi dopo essere stato in piedi (è molto più
difficile di quanto si possa pensare!). I bambini gattonando compiono la prima
esplorazione dell’ambiente circostante, potenziano la muscolatura preparandosi
a mantenere la posizione eretta e, nell’ottica di tale fine ultimo, potenziano
anche il senso dell’equilibrio, le capacità di percezione degli spazi e quelle
di identificazione e gestione dei pericoli. Consiglio pratico: per gattonare
non c’è bisogno di scarpe, l’ideale sono i calzini antiscivolo.
A questo punto
direi: «Cari genitori buon allenamento e arrivederci alla prossima puntata
della lunga strada per imparare a camminare».
Direttore Dipartimento Materno-Infantile AO
Fatebenefratelli e Oftalmico Milano
Libero, 11 novembre 2012,
pag, 17
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