di Marco Accossato
Genitori insicuri o troppo assenti calpestano
ogni giorno i diritti dei bambini e li educano alla paura, facendoli crescere
nella totale dipendenza. Il diritto a uscire da casa, a sporcarsi con la terra,
l’erba, le foglie, l’acqua e la sabbia. Il diritto a giocare e a camminare da
soli o con gli amici per le strade. Il diritto a mangiare cibi sani, a bere
acqua pulita e a respirare aria sana. «Non correre», «non sudare», «non puoi
tornare a casa solo». Divieti. Meglio l’abitudine rassicurante di una
televisione baby-sitter sempre accesa che li fa restare a casa. Ma l’immobilità
sostituisce il movimento, impedisce di scaricare le energie, alimenta il
consumo di cibi e bevande non adatte e sfocia in comportamenti abulici,
iperattivi o di scarsa attenzione che spesso portano all’uso e abuso di
farmaci.
È la fotografia dei bambini di oggi tracciata
da Francesco Tonucci, dell’Istituto di scienze e tecnologie della Cognizione
del Cnr, durante il XXIV Congresso nazionale dell’Associazione culturale
pediatri in corso a Torino. «Negli ultimi anni - dice Tonucci, maestro
elementare e ricercatore - possiamo osservare un conflitto nuovo mai registrato
nei decenni passati: quello fra i genitori e i loro figli»
Autonomia è una parola che spaventa padri e
madri, perché significa lasciare più liberi i ragazzi, pur occupandosi di loro:
«Invece oggi osserviamo che nessun bambino che abbia meno di 10 anni esce più
solo da casa, il che produce una serie di gravi conseguenze sul piano
psicologico, cognitivo, sociale e fisico, tanto da poterlo considerare uno dei
fenomeni più preoccupanti che riguardano la condizione infantile del nostro
tempo».
È una sorta di appello dei pediatri alle
famiglie e alla scuola, con la quale la pediatria moderna dovrebbe stringere
un’alleanza. «Negli anni Settanta - dice Tonucci - il 90 per cento dei bambini
dai 6 agli 11 anni si muoveva autonomamente nel percorso casa scuola, oggi non
supera il 50 per cento». Non poter uscire da soli «impedisce l’esperienza del
gioco, che vuol dire uscire da casa, cercarsi un amico, decidere insieme,
scegliere un luogo adeguato, dedicare tempo e non vedere l’ora di tornare a
casa per raccontarlo alla mamma». Solo così si educa un bambino
all’esplorazione, alla scoperta, all’invenzione, gli si consente di
sperimentare la meraviglia e il piacere: «Non si può accompagnare un bambino a
giocare, occorre lasciarlo, che significa fiducia e affetto», sostiene Tonucci.
E al bando animatori e parchi gioco: «Non si può giocare in uno spazio
costruito apposta, perché ogni gioco ha il suo spazio giusto e deve cambiare a
seconda del gioco e dell’età del bambino».
Autonomia non significa imprudenza né
disinteresse. Ma «se un bambino non può uscire da solo non può vivere
l’esperienza dell’incontro con l’altro, non permette di sperimentare la
soddisfazione dell’amicizia e la delusione per l’amarezza del tradimento». E
non è sufficiente frequentare solo i compagni di classe o i figli degli amici
dei genitori. «Se un bambino non può uscire da casa non può vivere l’esperienza
fondamentale del rischio». Perché «il rischio è l’inciampo necessario per
mettere alla prova le proprie capacità, confrontandole con quelle degli altri e
verificare la propria crescita».
La resistenza di papà e mamma è sempre più
alta, secondo i pediatri a congresso. Il rischio è enorme: «L’impossibilità di
rischiare il giusto nelle diverse fasi della vita fa accumulare un bisogno di
trasgressione che finirà per esplodere solo quando il ragazzo o la ragazza
avranno sufficiente autonomia, le chiavi di casa o un motorino sotto il sedere,
e allora potranno essere esperienze davvero pericolose».
1
Più ozio
Servono momenti non programmati dagli adulti.
2
Liberi di sporcarsi
Deve poter giocare con la sabbia, la terra,
l’erba, i sassi, l’acqua.
3
Attenti agli odori
Deve riconoscere i profumi
offerti dalla natura.
4
Serve il dialogo
Bisogna ascoltare e poter prendere la parola,
interloquire.
5
Uso delle mani
Deve piantare chiodi, incollare, legare,
accendere un fuoco.
6
Un buon inizio
Fin dalla nascita cibi sani, acqua pulita e
aria pura.
7
Giù in strada
A giocare in piazza liberamente e camminare
in strada.
8 Vicini alla natura
Costruire un rifugio, giocare in un bosco,
arrampicarsi su alberi.
9
Favorire il silenzio
Ad ascoltare il soffio del vento, il canto
degli uccelli.
10
Le sfumature
A vedere il sorgere del sole
e il tramonto, la luna e le stelle.
La Stampa, 13 ottobre 2012,
pag, 13
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