Parto cesareo record al S.
Camillo
La neomamma: «L’ho chiamata
Maria per ringraziare la Madonna»
Felice Maria Piera Infratta,
36 anni, operaia alla Fiat di Cassino come il marito Antonio Spiridigliozzi,
stringe tra le braccia la primogenita, Maria
di Grazia Maria Coletti
Pesa 200 chili. Le avevano detto che doveva
abortire. Invece Piera Infratta, 36 anni operaia alla Fiat di Cassino, ha
partorito una bellissima bambina, la primogenita. Un parto cesareo da record
proprio al San Camillo Forlanini dove invece l’avevano indirizzata per
interrompere la gravidanza. E lei è felicissima. «L’ho chiamata Maria per
ringraziare la Madonna che mi ha dato questa grande gioia» ha detto ieri
pomeriggio Piera, stringendo fra le braccia la sua piccola che aveva appena
allattata.
Maria è nata il 28 agosto alle 10,42 di 3
chili e 810 grammi di peso «per pieno merito del dottor Antonio Starita. Ma
ringrazio tutto lo staff - dice -. Io sto benissimo». Oggi tornerà a Pignataro
Interamna (Frosinone) dove abita con il
marito Antonio Spiridigliozzi, anche lui operaio alla Fiat di Cassino. Con loro
ci sarà anche la piccola Maria. Ma la storia avrebbe potuto avere un altro
finale.
«Mi avevano consigliato vivamente di
interrompere la gravidanza - racconta Maria Piera - e mi avevano invitato ad
abortire al San Camillo perché, dicevano, era un centro specializzato per
l’interruzione delle gravidanze in età gestazionale avanzata». Ma quando è
arrivata ’hanno aiutata a diventare mamma. «Il primo ad aprirmi la strada è
stato il dottor Di Felice». Da lì una serie di controlli. E di medico in medico
Maria Piera è arrivata alla meta. La prossima tappa sarà dimagrire.
La giovane, che ha affrontato un parto cesareo, è stata tenuta nel reparto di rianimazione per 24 ore ed è tutt’ora
in
osservazione. «Mamma e piccolo stanno bene e oggi potranno già essere dimessi -
ha annunciato il direttore del reparto di Ginecologia e Ostetricia del San
Camillo, Claudio Donadio -. Quando si ha a che fare con pazienti obese bisogna
usare determinate precauzioni, di tipo medico e organizzativo, perché
potrebbero esserci problemi tromboembolici. Inoltre, non è sufficiente la
strumentazione normalmente utilizzata per il parto, ma servono attrezzature
idonee: noi per esempio abbiamo dovuto chiedere in prestito un letto dal
reparto di chirurgia bariatrica diretto da Piero Marini»
«Siamo davanti a un evento clinico
straordinario dal punto di vista della complessità del parto - dice il
direttore generale del San Camillo Forlanini prof. Aldo Morrone -ma soprattutto
è una storia molto bella che dimostra la grandezza dell’amore di questa madre
che ha sconfitto ogni paura. Certamente-continua –dimostra anche la grande
professionalità dei nostri medici. Lei si era rivolta qui per abortire a causa
di una presunta grave malformazione e invece ci siamo accorti che non
sussisteva». Ora, conclude Morrone, «per coronare questa magnifica realtà
servirebbe solo un gesto di solidarietà verso questi genitori operai alla
Fiat».
Morrone Il direttore generale del San Camillo
Forlanini dove il 28 agosto è stato eseguito il parto cesareo record.
Il Tempo, 1 settembre 2012, pag, 6
g.coletti@iltempo.it
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