I medicinali vanno tenuti fuori dalla portata
dei bambini. Vero. Ma non solo da loro. Lo slogan, ormai famoso per i più in
Italia, ha trovato conferma scientifica anche negli Stati Uniti, dove uno
studio presentato nel corso della National Conference and Exhibition
dell'American Academy of Pediatrics ha messo in evidenza che, negli Usa, più di
un bambino su 4 tra i 2 e i 6 anni non distingue le medicine dalle caramelle. E
non solo: dalla ricerca emerge anche che l'incapacità riguarda anche 1
insegnante su 5.
Lo studio è stato condotto da Casey Gittelman
e Eleanor Bishop, due studentesse di una scuola elementare alla periferia di
Cincinnati, in Ohio (Usa), aiutate dal padre di una di loro, medico al
Cincinnati Children’s Hospital Medical Center: le piccole ricercatrici hanno
così rifornito la scuola di un armadietto provvisto di diversi tipi di
medicinali stipati assieme a un numero equivalente di confezioni di caramelle.
Hanno poi scelto in modo casuale 30 insegnanti e 30 studenti e hanno chiesto
loro di distinguere i primi dalle seconde, tenendo conto del fatto che molti
dei bambini più piccoli erano già in grado di leggere.
Dallo
studio è emerso che i giovani studenti sono stati in grado di distinguere
correttamente le medicine dalla caramelle nel 71% dei casi, e che per gli
insegnanti la percentuale è risultata pari al 78%, appena un 7% in più. Il
livello più alto di confusione è stato registrato nei bambini che non sanno
leggere: «Le caramelle più frequentemente scambiate per medicine sono quelle di
forma circolare, simili in colore e lucentezza e senza segni particolari»,
spiega Eleanor Bishop. I partecipanti sono poi stati intervistati sulle
modalità di conservazione e sull'utilizzo delle medicine in casa propria: ed è
emerso che, sia nel caso degli insegnanti che degli studenti, 8 persone su 10 hanno affermato di avere, in casa,
farmaci facilmente raggiungibili e alla portata di tutti. Secondo la giovane
Casey Gittelman «interventi per educare le famiglie a conservare i medicinali
in sicurezza e in modo che siano chiaramente distinguibili in quanto tali può
aiutare a ridurre i casi di ingestione accidentale».
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