
Carlos vuole una libreria alla Indiana Jones,
e così il pavimento della sua “libreria dei sogni” è percorso da rotaie e
carrellini. Gli scaffali sono parlanti, come veri e propri totem, e quello con
i titoli dedicati all’Egitto ha la forma di una piramide. Nemmeno qui c’è
traccia di un librario, ma ci sono tante piccole salette, dove ognuno si può
fermare a leggere i libri che ha appena comprato. Molte ragazzine propongono un
modello più concreto e famigliare: per Alice la libreria ideale dovrebbe
semplicemente avere tante finestre ed essere immersa nel verde. Per Giorgia
deve avere una torre. Vera la vuole disordinata e piena di libri gioco e di
pop-up. Anna la vorrebbe “mille gusti” e cioè: passione, magia, moda, natura,
universo, amore, fiori, mare, cucina e... “un giallo”.
Rodolfo la immagina simile a un parco giochi
cittadino, con i libri organizzati in isole diverse: Inter, Milan, Roma,
Fantasia e “Hooror”. Immaginare ciò che ancora non c’è è un ottimo esercizio per
pensare a come rendere più accoglienti le librerie che già ci sono: per Matilde
basterebbe che ci fosse uno spazio per gli animali, perché «quando vado a comprare
i libri con mamma e papà dobbiamo lasciare il nostro cane legato fuori e invece
io vorrei che potesse entrare e aspettarci in un posto bello e colorato». Solo Marco,
tra tutti, disegna finalmente un libraio: se ne sta seduto in una libreria colma
di maxischermi e pavimentazioni luminose, intento a leggersi Chi me l’ha fatta in testa? (Salani).
Riccardo e Alice hanno riempito la loro
libreria di diversi tipi di carte colorate, perché «amano i libri che si
possono toccare, con fogli d’argento, ruvidi, trasparenti e pieni di buchi».
C’è infine un bambino che non vuole comparire in questo articolo nemmeno sotto
falso nome, che dicono abbia consegnato un foglio intonso, ancora bianco. «E la
tua libreria dei sogni dov’è?», gli è stato domandato. «Perché dovrei
disegnarla io, se poi tanto i grandi la fanno diversa?». Ha risposto. Come dire
che i bambini saprebbero anche cosa fare, per continuare ad amare le librerie,
ma si sono stufati di provare a farcelo sapere.
la Repubblica, 22 giugno
2012, pag, 41
Nessun commento:
Posta un commento