Per i cattolici americani sfida sulla libertà religiosa

di Claudio Sartea

Negli Stati uniti che si avviano alle elezioni presidenziali di novembre il tema della tutela della vita continua a essere tra i più caldi della campagna elettorale. Un sondaggio Gallup mostra come i cittadini americani che si dichiarano contro l’aborto sono il 50%, a fronte del 41% di favorevoli. I dati mostrano una tendenza storica verso posizioni antiabortiste che si evidenzia anche all’interno dei Repubblicani, dove la maggioranza «pro-life» è sempre più salda, ma anche dei Democratici, dove si assottiglia il margine dei «pro-choice». C’è un’altra questione etica che si intreccia alle prossime elezioni: quella delle misure, contenute nella riforma sanitaria di Obama, che obbligano a fornire copertura assicurativa per contraccezione, sterilizzazione e aborto chimico. La Conferenza episcopale statunitense si è opposta fin da subito a tale provvedimento che viola la libertà religiosa e di coscienza. Dopo le ripetute prese di posizione dei mesi scorsi, un nuovo documento sottolinea l’importanza di poter agire secondo coscienza e ricorda come «per la prima volta nella storia» il governo federale intende costringere le istituzioni religiose a finanziare «farmaci e procedure contrari ai loro insegnamenti morali» riservandosi di decidere quali sono le istituzioni «abbastanza religiose» da poter essere esentate dall’obbligo. Il diritto di agire secondo coscienza «non riguarda solo la possibilità di andare a Messa la domenica» ma anche di «dare il nostro contributo al bene comune di tutti gli americani». I vescovi invitano a partecipare a «Fortnight for Freedom», 14 giorni di preghiera e iniziative in difesa della libertà religiosa che si concluderà il 4 luglio, Festa dell’Indipendenza. (L.Sch.)


Avvenire,  7 giugno 2012, pag, 343

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