di
Cristina Taglietti
Pochi come l’illustratore e scrittore
norvegese Stian Hole, nato a Oslo nel 1969, soldato per due anni sul confine
tra Russia e Norvegia prima di iscriversi alla Scuola nazionale di arti e
design a Oslo, sanno raccontare paure e segreti dei ragazzini. Hole lo fa
attraverso un personaggio, Garmann, seienne biondino lentigginoso che
assomiglia a suo figlio, protagonista di una trilogia che gli è valsa numerosi
premi internazionali. In Italia Donzelli ha pubblicato lo scorso anno L’estate
di Garmann, che proprio ieri ha ricevuto al Porto Antico di Genova il premio
Andersen, prestigioso riconoscimento italiano attribuito dall’omonima rivista,
come miglior album illustrato della categoria 6/9 anni. Mercoledì, invece,
uscirà Il segreto di Garmann, dove il protagonista si trova ad affrontare i
primi palpiti del cuore e a condividere qualcosa di speciale con un’amichetta.
Hole, che martedì sarà al Maxxi di Roma
ospite della Tribù dei lettori, è un illustratore dalla tecnica molto
riconoscibile e innovativa: proprio per questo nel 2007 la giuria del Bologna
Book Award ha premiato L’estate di Garmann definendolo «un libro che appare
come il frutto autentico di una ricerca», un albo che innova tenendo conto di
una grande tradizione storica che comprende «l’avanguardia tedesca del primo
dopoguerra, le ricerche stilistiche italiane, i maestri del surrealismo, il
cinema sperimentale, il design tra le due guerre». Le sue immagini sono piene
di suggestioni estetiche che lui stesso identifica: «Ci sono molti artisti e
molte storie che mi hanno ispirato — dice —. Forse non è giusto che ne nomini
soltanto alcuni, ma direi senza dubbio Hopper, Magritte, Picasso, la musica di
Bob Dylan e film italiani come Il postino, Nuovo cinema Paradiso, La vita è
bella».
Le immagini di questi libri riescono a parlare
direttamente ai bambini che con l’uso del digitale hanno grande familiarità. «I
miei sono montaggi in Photoshop — ci spiega Stian —. Raccolgo foto, immagini
scannerizzate, trame, note, disegni e poi li riassemblo, li ridimensiono, cambio
l’ordine finché, si spera, succede qualcosa di interessante. Gli strumenti digitali
sono fantastici per questo tipo di lavoro. L’intero processo richiede molto tempo,
ma io adoro giocare, esplorare, combinare e ricombinare gli elementi». Date
queste premesse viene da pensare che l’ebook per Stian Hole possa essere il
mezzo ideale: «Sicuramente i libri illustrati digitali offrono nuove
possibilità, sono uno sviluppo naturale per i bambini che crescono oggi. Però
hanno formati standard, fissi, mentre gli albi illustrati hanno un range di
formati pressoché infinito che l’autore sceglie a seconda di come
"calzano" la storia. Per non parlare delle qualità tattili della
carta».
Per Stian Hole, testo e illustrazione procedono
in modo complementare: «Sono nella posizione privilegiata di adattare le
immagini alle parole. Non voglio che entrambi dicano la stessa cosa. In ogni
caso nasco come illustratore e con il mio primo libro, The old man and the
whale, del 2005, ambientato in un fiordo nel Nord della Norvegia, prima sono
nate le illustrazioni, con L’estate di Garmann, invece, il mio editor mi ha
incoraggiato a scrivere prima il testo». L’abilità di Stian Hole sta
nell’essere in grado di cogliere bene ciò che i bambini provano. «L’idea de
L’estate di Garmann mi è venuta una sera nel giardino di casa mia quando ho
visto negli occhi di mio figlio un lampo che mi ha ricordato la mia infanzia:
la paura dell’inizio della scuola. Così ho cercato di ricordare come il mondo
appaia agli occhi di un bambino di sei anni. Poi anche il senso del luogo in
cui vivo — il paesaggio nordico, il cambio dei colori e delle stagioni — è stato
fondamentale». L’estate di Garmann racconta la paura dell’inizio della scuola,
ma, attraverso le figure delle tre ziette che lo vanno a trovare, parla anche della
vecchiaia, della morte, temi non facili da proporre ai ragazzi: «Cerco di
raccontare le mie storie in un modo che funzioni per me, non aggiusto la trama
o i personaggi per renderli più appetitosi per i ragazzi. Oltretutto i bambini,
anche della stessa età, sono molto diversi tra loro, proprio come gli adulti.
La cosa bella degli albi illustrati è che spesso vengono letti da adulti e
bambini insieme. Il che è un punto di incontro sicuro, oltre a una grande
opportunità per scambiare idee e rispondere a domande».
Corriere della Sera, A 27 Maggio 2012, pag,
17
Nessun commento:
Posta un commento