di Ricccardo Schiaffini
Dal 9 all'11giugno si è giocata la Medtronic
Diabetes Junior Cup, un mini campionato europeo di calcio, dedicato ai bambini
dagli 8 ai 12 anni con diabete di tipo 1, nato per dare risalto all'importanza
del ruolo dello sport e della condivisione di esperienze nella vita d chi ha
questo tipo di patologia cronica. La squadra vincitrice rappresenterà l'Italia
alla finale europea di Losanna dal 24 al 26 agosto. Iniziative come questa, che
mirano a diffondere la conoscenza su una patologia che rappresenta circa il 90%
dei casi di diabete in età pediatrica, ma che è ancora poco conosciuta nella popolazione
generale che considera ancora il diabete una patologia dell'adulto, sono molto importanti.
Negli ultimi anni stiamo assistendo, infatti,
soprattutto nei bambini più piccoli, ad un incremento della prevalenza del
diabete di tipo 1, detto anche insulino-dipendente poiché caratterizzato dall'incapacità
del pancreas di produrre insulina, l'ormone regolatore dei livelli di glucosio
nel sangue - che pertanto deve essere iniettata ogni giorno e per tutta la
vita. Per ora l'incidenza del diabete di tipo 1 si attesta in Italia tra gli 8
e i 10 casi ogni 100.000 abitanti/anno (con punte di circa 40 casi in
Sardegna), ma recenti studi revisionali hanno registrato che tra il 1980 e
il1990 l'incremento annuale di incidenza nel mondo era stato dell'1,6%, percentuale
più che raddoppiata (oltre il 4%) nei15annisuccessivie destinata ad aumentare costantemente
fino al 2020. Di fatto la previsione di incidenza di diabete tipo 1 durante
l'infanzia al 2020 evidenzia un incremento per tutte le fasce di età e si ipotizza
al 2020 una prevalenza della fascia d'età 0-4 anni.
Nonostante l'emergenza di questi numeri, i
giovani con diabete possono svolgere le stesse attività dei coetanei non
affetti da diabete, con un approccio terapeutico in cui intervengono tre cardini
principali: l'alimentazione, per la quale non ci sono restrizioni particolari,
purché siano rispettate le regole, valide per tutti, di una dieta sana,
completa e corretta, e purché vengano quantificati i carboidrati, per dosare l'insulina; l'attività
fisica, che deve diventare un'abitudine sin da piccoli, poiché migliora la sensibilità
insulinica dell'organismo; la terapia insulinica intensiva, che deve essere
somministrata secondo un criterio che si avvicini il più possibile alla
fisiologia umana, mediante iniezioni multiple giornaliere o con microinfusore. A
questi tre cardini della terapia del diabete va associato il monitoraggio
domiciliare della glicemia. A tal proposito, studi recenti hanno messo inevidenza
che l'utilizzo costante del monitoraggio continuo del glucosio migliora il
controllo globale della glicemia. Inoltre, l'innovazione tecnologica sta
conducendo verso la creazione di sistemi integrati di minime dimensioni che
cercano di simulare la fisiologia stessa del pancreas e rendono la gestione del
diabete ancora più semplice. La tecnologia applicata al diabete è quindi una
risorsa importante per migliorare la qualità di vita.
Dirigente medico di I livello presso il
reparto di Diabetologia dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma
Il Tempo, 17 giugno 2012,
pag, 41
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