Terza via. L’obiettivo è quello di diffondere la figura del mammo, un essere che
non sarà mai donna e non sarà più uomo. Risultato: avremo bambini ancora più
spaesati
Ai tecnici non basta più provare a sistemare i conti. E
con un provvedimento
di tipo maoista introducono il congedo di paternità
obbligatorio (tre giorni)
di Camillo Langone
Cari amici maschi, vi sentite un po’ strani
oggi? Che so: una sensazione di gonfiore più o meno dalle parti dei capezzoli? Un
tono di voce diverso e più sottile? Un inedito interesse verso rossetti, smalti
e mascara? Se vi sentite come al solito sappiate di non essere abbastanza
governativi: la Fornero vi pretende più femminili. La sua non è una perversione
privatissima (risulta felicemente sposata con l’economista Mario De aglio) ma
una perversione pubblica anzi statale, contemplata nella famosa o famigerata
riforma del lavoro. Si è tanto parlato dell’articolo 18, in pochi hanno fatto
caso a un’altra misura contenuta nel maxi provvedimento: il congedo di
paternità obbligatorio.
Ai distratti potrà sembrare una misurina, un
dettaglio sul quale è inutile accapigliarsi, e invece è una rivoluzione
culturale, qualcosa per cui vale la pena di rievocare la grande mobilitazione
lanciata da Mao con l’ausilio delle Guardie Rosse. Lì il nemico erano i cinesi
imborghesiti, qui sono gli italiani maschi. Anche stavolta si invoca una
rieducazione, nel 2012 così come nel 1966 si intende imporre con la forza un
radicale «cambiamento di mentalità»: lo ha detto esplicitamente la ministra antiuomo
con l’aria di poter sguinzagliare da un momento all’altro stuoli di temibili
Guardie Rosa. «Bisogna sfatare il mito che la maternità sia solo una questione
di donne», ha dichiarato senza che nessuno le facesse notare l’assurdità della
frase.
Il congedo di paternità obbligatorio vuole
diffondere la figura del mammo, un povero essere che non sarà mai donna (ad esempio
non ci sarà verso di fargli secernere latte) e non sarà più uomo. Come
risultato avremo bambini spaesati, ancora più spaesati di quanto già lo siano oggi,
perché nessuna legge potrà mai strappare dalle giovanissime menti il bisogno di
figure genitoriali ben delineate. Come scrisse Konrad Lorenz: «Il bambino che
vive in un gruppo privo di struttura gerarchica si trova in una situazione del
tutto innaturale. L’assenza di un superiore più forte dà al bambino la
sensazione di essere indifeso in un mondo ostile». E poi hanno il coraggio di
chiamarlo governo tecnico. Dalla caduta della Repubblica Sociale non si era
visto in Italia un ministero più ideologico, più illiberale, più fanaticamente
proteso a imporre la propria visione del mondo. Ma non dovevano limitarsi a
mettere a posto i conti? Balle. Che cosa c’entrano debiti e spread con «una
cultura di maggiore condivisione dei compiti di cura dei figli all’intero della
coppia»? E la riforma del lavoro non aveva come unico, strombazzato obiettivo
il rilancio della competitività internazionale delle aziende italiane?
Fanfaluche. Il congedo di paternità è l’ennesimo laccio buttato fra i piedi
degli imprenditori, che si trovano a competere con interi continenti dove il
congedo di paternità non l’hanno mai nemmeno sentito nominare. I costi non
aziendali dovrebbero venire coperti dal «fondo per il finanziamento di
interventi a favore dell’incremento dell’occupazione giovanile». Questo
significa che, pur di accontentare una signora autoritaria e capricciosa, i
giovani disoccupati verranno abbandonati al loro destino.
Cari amici, ormai penso sia chiaro: o
riusciamo a cambiare il governo o ci toccherà cambiare i pannolini.
Il congedo di paternità mira a favorire una
cultura di maggiore condivisione dei compiti di cura dei figli
Nota Di
Palazzo Chigi
Bisogna sfatare il mito che solo le donne
hanno diritto a questo tipo di congedo Elsa Fornero
Libero, 25 marzo 2012, pag,
9
Ho un fantastico marito che cambia i pannolini, mette a nanna i bimbi, fa loro il bagnetto, li coccola, ci gioca...ma non per questo è meno uomo, i miei bimbi sono sereni e per niente disorientati...anzi forse lo sono proprio perché hanno un papà che li ama anche attraverso questi piccoli ma importantissimi gesti!
RispondiElimina