Violenze in classe. Venti casi in pochi mesi
All’apparenza sembrano donne del tutto affidabili, ma
sotto stress si trasformano in carnefici. Gli psichiatri: «Personalità
borderline»
di Karen Rubin
È arrivato il momento di
capire cosa stia succedendo alle nostre maestre. L'82% della popolazione
docente è al femminile. Le abbiam o vissute come fossero sostitute delle nostre
mamme, famose per la loro capacità d'amore e d'accoglienza. Ma hanno mediamente
50 anni. Età a rischio. Correlata alla meno pausa e alla depressione. Anni di servizio alla spalle prestati in una scuola
attraversata da riforme che si susseguono senza risolvere il problema del precariato.
Forse, anche per questo, alcune di loro stanno diventano l'incubo dei nostri bambini.
Compiono un reato che non è abuso di mezzi di correzione, ma un delitto ben più
grave ed orrendo: maltrattamenti; messi in atto attraverso comportamenti vessatorie
persecutori, fatti di aggressività fisica e psicologica.
Perché? Una domanda che Ilaria si deve essere
posta migliaia di volte guardando la videoregistrazione di suo figlio e della sua
maestra all'interno dell'asilo Cip e Ciop. «L'ho visto prendere le botte, provare
a ribellarsi, piangere disperato stando seduto immobile per ore sulla stessa
mattonella, senza fiatare, senza una matita colorata su cui fare un disegno.
Senza giocare e sorridere, implorare l'acqua indicando con la mano la bottiglia
a distanza di sicurezza con il terrore negli occhi e nessuno in suo aiuto,
neanche io…».
Sensi di colpa: Il aria dice di averne avuti di
pesanti come macigni. Il suo piccolo è entrato in quell'asilo dell'orrore che aveva
solo 7 mesi e ne è uscito che aveva 3 anni. «Tommaso sta meglio ora. Compirà 5
anni tra poco. Nonostante la psicoterapia settimanale conserva ancora le sue paure,
le angosce. Iperattività alternata ad una profonda insicurezza di se, cicatrici
ancora presenti». Dopo circa un anno dal caso Cip e Ciop è la volta dell'asilo
nido «Il paese delle meraviglie» a Pinerolo. Alice ovviamente non c'è e bambini
piccolissimi sono picchiati e rinchiusi al buio, obbliga ti a mangiare cibo vomitato.
Strattonati e gettati a terra, ancora una volta con violenza inaudita. Ilaria
racconta come guardare quel video sia stato il dolore più grande della sua vita
ma allo stesso tempo necessario perché le ha permesso di avere un quadro chiaro
della situazione e quindi di prendere i provvedimenti necessari ad affrontare
processo, perizie e quanto segue ad un evento di questa portata. Drammi consumati
in pochi mesi in almeno 20 asili in Italia (ma il timore è che possa accadere o
accada anche e segretamente in altre scuole).La perizia richiesta dal giudice che
si occupa del caso Cip e Ciop ha stabilito che le maestre erano in grado di
intendere e di volere. Non presentano patologie psichiatriche che possano giustificarne
il comportamento. Sapevano cosa facevano e conoscevano il valore sociale degli atti
da loro compiuti, distinguendo perfettamente ciò che è bene da ciò che è male. E
allora? Non ha dubbi il dottor Lodolo D'oria che nel suo libro «Pazzi per la
scuola» racconta dei suoi tanti incontri con queste docenti che lui diagnostica
come burnout: anime bruciate da una patologia legata alle professioni di aiuto
come è quella d'insegnamento «M. C. si è rivolta a me dopo aver picchiato due
bambini. Ha un disturbo bipolare grave ed una storia familiare devastante. Con difficoltà
siamo riusciti ad ottenere dalla Commissione Medica di Verifica di Brescia il
suo prepensionamento. I medici volevano darle soltanto una temporanea
inidoneità». Una persona con disturbo bipolare alterna fasi di depressione a fasi
di euforia. Mettere a punto una terapia è difficile e nel caso di M. C. sono necessari
due ricoveri annui. Sono giudicati idonei al lavoro anche insegnanti con
disturbo borderline, malattia caratterizzata da una instabilità pervasiva
dell'umore «per quanto riguarda il disturbo bipolare, se questo è tenuto sotto controllo
farmacologico e psicoterapeutico, e c'è estrema consapevolezza di malattia, forse
si può parlare di compatibilità, mentre per quanto riguarda il disturbo
bordeline, dove son o presenti momenti di rabbia immotivata ed intensa, è da
vagliare davvero molto molto attentamente» spiega la psichiatra e psicoterapeuta
Anna Maria Benedetto.
Secondo la psichiatra Lodolo D'Oria queste storie
e le relative dinamiche, cosi simili l'una alle altre, testimoniano il fatto
che alla base di tutte ci sia un elemento comune: l'insegnamento logora, e in
alcuni casi provoca disagio mentale profondo
i cui sintomi sono gravi: attacchi di panico, aggressività verso colleghi ed
alunni, mani e di persecuzione, malesseri fisici di natura psicosomatica ed in casi
estremi anche l'insorgere di patologie oncologiche. La cosa che stupisce di più
è la capacità di queste insegnanti di fingersi buone docenti: «All'esterno sono
in eccepibile perché aderiscono rigidamente alle regole ma non reggono le frustrazioni e per loro un bambino che non ubbedisce
è frustrante»
Attenti dunque
alle insegnanti borderline; e ancora più spesso alla scuola bordeline.
SOTTO CONTROLLO
Ormai sempre più asili hanno installato telecamere per controllare le maestre
il Giornale, 25
marzo 2012, pag, 16
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