I pediatri: «Oggi sono i
genitori a chiedere ai figli che cosa vogliono mangiare». Risultato: a 8 anni
l’11 per cento è obeso
di Eleonora Barbieri
I
bambini di oggi sono precoci, ormai è considerazione comune, assodata, come il
fatto che il blocco del traffico non faccia calare lo smog a Milano. I piccoli
a due anni o anche prima sanno già quello che vogliono, decidono come vestirsi,
decidono che giochi chiedere a Babbo Natale (o forse già hanno capito, furbi
come sono, che tutto arriva dal portafoglio del papà), decidono dove andare e
che cosa fare: ecco, ora decidono anche che cosa mangiare. A tavola comandano
loro: questo hanno decretato gli esperti, a caratteri cubitali (tanto per
ingigantire ancora un po’ il senso di colpa dei genitori), sul «Libro bianco 2011»
dedicato alla salute dei bambini.
Il punto è che i bimbi, oggi, a qualunque età
sono tiranni: conducono le vite di mamme e papà sempre più di fretta, che
scappano da un lavoro a una commissione a un colloquio a scuola a una partita di
calcio trascinandosi dietro l’ansia da prestazione genitoriale fallimentare e non
si sa, in effetti, se i figli comandino perché sono svegli, o perché qualcuno deve
pur farlo, o perché così almeno un problema è risolto: hanno già scelto loro.
Insomma la tavola è un esempio, ma le conseguenze sono pesanti:
arrivati a otto
– nove anni, l’undici per cento dei bimbi è già obeso. «Una delle abitudini che
il pediatra nota di più oggi è che i genitori chiedono al bambino anche molto
piccolo che cosa vuol mangiare, ma il bambino non ha gli strumenti per decidere
per il proprio bene» spiega Alberto Ugazio, coordinatore del dipartimento di
medicina pediatrica dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma. «Non c’è dubbio che
oggi i genitori non siano più in grado di indicare ai figli le cose giuste e sbagliate
a tavola, o non hanno tempo o non sono preparati per farlo». Ecco. Tutti serviti: il nanerottolo di casa, che
può avere i suoi chili di cibo spazzatura; la mamma, che almeno è sicura che il
figlio abbia mangiato; il papà, che non sa, ma finché non sa, nessun disturbo, salvo
poi però lamentarsi, in caso la gestione materna si rivelasse non all’altezza
delle aspettative - per esempio, di fronte alla bilancia del pediatra, o di fronte
a un articolo in cui si stigmatizzino le nuove, aberranti abitudini alimentari delle
case italiane. Perché il gioco del «di chi è la colpa» è il più facile e
vincente di tutti.
È logico che le famiglie non siano più quelle
di una volta: quando la mamma ti ordinava di pulire il piatto, altrimenti
neanche potevi alzarti da tavola, altro che scegliere il menù. Quando se c’era un
pezzo di pane e marmellata a merenda era una festa, e se ti lagnavi via pure quello.
È logico, perché niente è più come una volta, quando tutto era perfetto: e i genitori
di oggi, tragicamente imperfetti e comicamente consci di esserlo (quando va
bene anche viceversa), non si sa come visto che sono stati cresciuti dalle suddette
famiglie sane e rigorose, ma evidente mente corrotti di natura, si lasciano dominare
dai figli, anche a tavola. Sanno che come la fanno, la sbagliano. Col cibo si
giocano moltissimo, la pressione è martellante: fin dalla gravidanza, e poi
quando devi allattare al seno, perché solo quello va bene, e poi devi svezzare secondo
regole ferree, e poi proseguire con un regime alimentare preciso, stabilito dagli
esperti, che hanno studiato e sanno che cosa è bene, e che cosa è male. E così
tu, genitore di un figlio già grassottello, lo rimpinzi di cibo che vuole lui, per
viziarlo ancora di più. Ma se invece segui tutto il manuale per filo e per
segno, e tuo figlio non mangia? Allora è semplice: gli hai creato un rapporto
malsano col cibo. Chissà perché, poi.
Il “libro
bianco”
1. Problemi di linea soprattutto al Sud
A 8-9 anni il 22,9% dei bambini è in sovrappeso
el’11,1% è obeso. Soprattutto al Centro Sud
2. Si
diffonde l’alcol fra le adolescenti
Fra le adolescenti (14-17 anni)
e le giovani (18-24) aumenta il consumo di alcolici fuori pasto
3. Ragazzi
sempre più sedentari
Più sedentari: fra gli 11e i 13 anni metà dei
bimbi passa almeno 2 ore al giorno davanti alla tv
4. Aumentano
anche i giovani fumatori
È allarme fumo:nel 2010 un
ragazzo su cinque tra i15 ei 24 anni fuma sigarette (21,5 per cento)
Il Giornale, 31 gennaio 2012,
pag. 19
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