Il governo: medico di famiglia dopo i 6 anni
di Flavia Amata
Se i bambini hanno più di
sei anni sono abbastanza grandi da ricevere assistenza dai medici di base per
adulti invece che dai pediatri, è la proposta, avanzata in sede tecnica,
contenuta nella bozza di Riordino delle Cure Primarie del ministro della
Salute, Renato Balduzzi, e della Conferanza Stato-Regioni in vista del prossimo
Patto per la Salute. Si sta pensando quindi di ridimensionare l’assistenza
pediatrica di base limitandola ai bambini fino a 6 anni. Una proposta
«sbagliata, fuorviante e pericolosa», dicono i pediatri che contestano
l’iniziativa e annunciano proteste.
«I medici di medicina generale, che
garantiscono all’adulto un livello molto elevato di assistenza, sono meno
esperti dei pediatri in materia di bambini per il semplice motivo che ormai da
50 anni non se ne occupano più», sottolinea il presidente della Società
italiana di pediatria (Sip), Alberto G. Ugazio. Ugazio. «Pensiamo - spiega - al
dosaggio dei farmaci che per gli adulti è unico, mentre per i bambini è legato
ai kg di peso o alla superficie corporea».
Il problema comunque esiste: la Società
Italiana Pediatri sta elaborando alcune proposte di riorganizzazione della rete
pediatrica con il Consiglio Superiore di Sanità e con la collaborazione
dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane. «Le nostre
proposte - spiega Ugazio - prevedono di garantire la continuità dell’assistenza,
eliminando artificiose separazioni tra assistenza ospedaliera e assistenza sul
territorio».
Nella proposta sotto accusa, al punto 10 del
capitolo cure primarie, si legge che «l’assistenza della Pediatria di libera
scelta non è garantita in modo uniforme su tutto il territorio nazionale» e che
«vanno quindi modificate le norme convenzionali che regolano i parametri
relativi agli assistiti in carico, prevedendo di assegnare ai Pls unicamente i
bambini da 0 a 6 anni».
Molto critica anche la
Confederazione italiana pediatri che sottolinea come la proposta vada verso lo
«smantellamento» del sistema di assistenza pediatrica territoriale e chiede un
incontro urgente con il Coordinamento delle
Regioni per avere chiarimenti e «poter scongiurare quelle che definisce
manovre sciagurate che potrebbero recare seri danni alla salute dei bambini e
degli adolescenti».
La
legge
Oggi punto di riferimento fino
alla terza media Il pediatra di fiducia (o pediatra di libera scelta) è il
medico che ogni famiglia sceglie per la cura dei propri bambini dal giorno in
cui vengono al mondo fino alla terza media: la legge indica infatti nei 14 anni
l’età in cui il ragazzo smette di andare dal pediatra e passa sotto le cure del
medico di famiglia. Ma ci sono delle eccezioni. In presenza di motivi
particolari motivati (ad esempio una malattia cronica di rilievo) si può fare
richiesta di prolungare il pediatra fino al compimento del sedicesimo anno di
età. ll pediatra è una figura familiare per tutti i genitori: è il riferimento
per qualsiasi problema di salute dei figli, li orienta nella scelta della cura
più adatta e delle eventuali visite specialistiche, li accompagna nelle
decisioni che devono prendere nei diversi momenti della loro crescita. Come per
il medico di famiglia, può essere revocato a favore di un altro.
La Stampa, 30 gennaio 2012, pag.
20
Nessun commento:
Posta un commento