SANITÀ Una riforma
controversa
Nei piani del governo anticipata l’età in cui
i piccoli saranno curati dai medici di famiglia. Gli specialisti: assurdo, è
una scelta sciagurata
di
Francesca Angeli
I pediatri lanciano l’allarme: il governo
vuole «smantellare il sistema di assistenza pediatrica territoriale», con il
risultato che a sette anni i bimbi verranno curati dallo stesso medico di mamma
e papà. Un vero rischio per la salute dei più piccoli, denunciano i camici bianchi,
perché i bisogni di salute di quella fascia di età sono specifici e
completamente diversi da quelli degli adulti.
I pediatri scendono in guerra contro il ministro
della Salute, Renato Balduzzi. Pietra dello scandalo la Bozza di Riordino delle
cure primarie che deve essere approvata in vista del prossimo patto per la Salute.
I direttori generali degli assessorati regionali alla sanità, nel quadro del
riordino della medicina del territorio, vogliono modificare «le norme convenzionali
che regolano i parametri relativi agli assistiti in carico, prevedendo di assegnare
ai pediatri di libera scelta unicamente i bambini da 0 a 6 anni, prevedendo
incrementi di massimale solo in questa fascia di età, e trasferire gli assistiti
al compimento del settimo anno ai medici di medicina generale».
Ma la soluzione proposta invece è un’altra:
tagliare l’assistenza pediatrica al compimento del 7 anno di età, ovvero quella
di considerare dal punto di vista dell’assistenza sanitaria un bambino di 7 anni
alla stregua di un adulto.
«Una scelta sciagurata – attacca la Confederazione
Italiana Pediatri (Cipe) – Una scelta che non ha alcun riscontro scientifico dettata
dal fatto che la programmazione nelle scuole di specializzazione è stata
fallimentare. Ogni bambino ed ogni adolescente ha diritto ad un’assistenza
specialistica».
Il presidente della Fimp, la
Federazione dei Pediatri, Giuseppe Mele, boccia l’ipotesi definendola «un attacco
alla famiglia e alla professione medico pediatrica».
Contro Balduzzi e la bozza anche la Società Italiana
di Pediatria, Sip. Ridimensionare l’assistenza pediatrica di base al solo
periodo 0-6 anni è «sbagliato, fuorviante e pericoloso». Il presidente della Sip,
Alberto Ugazio sottolinea come i medici di medicina generale garantiscano «all’adulto
un livello molto elevato di assistenza» ma siano meno esperti dei pediatri in materia
di salute dei bambini «per il semplice fatto che da 50 anni non se ne occupano
più». Ugazio fa notare ad esempio che «il dosaggio dei farmaci per gli adulti è
unico mentre per i bimbi è legato al peso o alle superficie corporea». Per la
Sip insomma questa proposta di riorganizzazione pediatrica «mette a rischio la
salute dei bambini, smantellando in un solo colpo l’assistenza pediatrica che
tutto il mondo ci invidia e che contribuisce a metterci tra i primi posti nelle
classifiche dell’Organizzazione mondiale della sanità». La Sip è decisa a presentare
le sue contro proposte e proprio oggi ne parlerà in occasione della
presentazione del Libro Bianco sulla salute dei bambini 2011,realizzato in collaborazione
con l’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane
dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.
RISPARMI
La bozza di riordino delle cure
primarie alla quale sta lavorando il ministro della Salute, Renato Bertuzzi, prevede
di assegnare ai pediatri «di libera scelta» unicamente i bambini da 0 a 6 anni
di età. I pediatri chiedono da tempo maggiori investimenti nel loro settore e
una diversa gestione delle scuole che formano gli specialisti
Il Giornale, 30 gennaio
2012, pag.18
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