di Mariapaola Salmi
Le donne che in gravidanza hanno avuto problemi di ipertensione, rischierebbero dopo molto tempo di diventare ipertese. Ormai diversi studi internazionali confermano la correlazione tra quella che è conosciuta come ipertensione gestazionale e maggiore incidenza a distanza di anni di infarto e altre malattie cardiovascolari rispetto a donne con gravidanza non complicata.
«L’ipertensione gestazionale è un evento tutt’altro che raro dal momento che nei paesi industrializzati le stime parlano di un 10-20% di gravidanze complicate da un problema di ipertensione, ne esistono diverse forme da
quelle di lieve entità fino alla eclampsia e alla sindrome di Heelp, gravissima che mette a rischio la vita della madre e del feto – spiega Dario Manfellotto, direttore del Centro di fisiopatologia clinica e coordinatore scientifico dell’ospedale Fatebenefratelli di Roma - si conoscono i fattori che predispongono la donna a questa complicanza, ad esempio un’età sopra i 35 anni, l’obesità, i disordini
metabolici quali il diabete, tuttavia al momento non c’è modo di fare una diagnosi precoce sebbene l’aumento dei valori pressori monitorati durante i primi mesi di gravidanza e la scarsa crescita fetale siano due segni premonitori ». Di solito l’ipertensione gestazionale se ben curata non dà problemi a meno che la donna non sia ipertesa prima della gravidanza. Naturalmente aver sofferto di ipertensione gestazionale non preclude successive gravidanze. «Attualmente però non è possibile individuare le donne a rischio di sviluppare un’ipertensione cronica anni dopo la gravidanza – osserva Manfellotto – per questo è fondamentale che queste donne dopo 3-6 mesi dal parto vengano seguite da un’équipe interdisciplinare che comprenda il ginecologo e almeno l’internista nefrologo perché il rene è uno degli organi più colpiti dalla pressione alta, il monitoraggio è opportuno anche quando non vi è alcun rischio apparente». Ricercatori e clinici affermano che la patologia ipertensiva in gravidanza dovrebbe essere considerata alla stregua di un test di screening per lo sviluppo di ipertensione cronica e malattie cardiovascolari a distanza. Nel frattempo la ricerca è impegnata a individuare marcatori specifici in grado di svelare le donne a rischio.
La Repubblica , 10 maggio 2011, pag. 31
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