Prima
assemblea delle famiglie “extra large” al Colle Don Bosco.
Il
vescovo: “Siete un esempio”
Maria
Teresa Martinengo
Diverse
decine di famiglione extra large si sono ritrovate ieri al Colle Don
Bosco per la prima assemblea del Nord Ovest dell’Associazione
Nazionale Famiglie Numerose (dai 4 figli in su):, un migliaio di
iscritti in Piemonte. La giornata è filata via con la messa
celebrata dall’arcivescovo, monsignor Cesare Nosiglia, il pranzo,
un pomeriggio di giochi per i bambini e di confronto per gli adulti,
presente Mario Sberna, il fondatore, oggi deputato di Scelta Civica
con un valore aggiunto: dello stipendio da parlamentare tiene per sé
i 2.500 euro della sua vita precedente (quando era amministratore del
Seminario di Brescia e responsabile di una cooperativa), il resto la
sua famiglia (5 figli) lo destina a chi ha bisogno.
In
poco tempo l’associazione è diventata un interlocutore autorevole
per le istituzioni (anche se non proprio accontentato). «Ci
occupiamo di auto aiuto, sollecitiamo attenzione da parte della
società e dalla politica, ci scambiamo esperienze e un’amicizia
che nasce subito perché condividiamo la stessa condizione di vita e
gli stessi valori. Chiaro - dice Sberna - che non è casuale avere
tanti figli e spesso prenderne in affidamento. Significa amare la
vita. Poi, siamo convinti che i nostri figli, abituati alla
generosità e alla solidarietà, siano preziosi per tutti».
Vita
pratica
«Per
poter vivere il più serenamente possibile - spiega Silvio Ribero,
coordinatore regionale, 4 figli - ci occupiamo di trovare case
vacanze a prezzi bassi, siamo organizzati in gruppi di acquisto,
sosteniamo le famiglie in difficoltà, facciamo informazione sui
nostri diritti tra i nuclei meno attrezzati».
Paolo
Tomaino, coordinatore per il Canavese, con la moglie Marzia ieri al
Colle raccoglieva le adesioni al pranzo. «Abbiamo sei figli tra i 14
e i 2 anni, viviamo a Lusigliè in una casa che stiamo
ristrutturando, io sono ingegnere - spiegava - e ho una piccola
impresa, mia moglie dopo aver lavorato ora è a casa. Viviamo con
duemila euro al mese e qualche aiuto dai nonni, i bambini non
mangiano scuola: il costo diventerebbe insopportabile. I vestiti tra
le nostre famiglie ce li siamo sempre passati e i bambini sono sempre
vestiti bene. Con l’associazione, che nasce in ambito cattolico, ma
è aperta a tutti, ai conviventi come ai musulmani, ci ritroviamo a
sensibilizzare gli amministratori pubblici su Isee, Imu, Ici, Tasi.
Cerchiamo equità, spieghiamo. Per esempio, che i nostri consumi ci
portano in fascia alta, ma che se li dividi, ognuno di noi consuma
meno di un single».
La
stampa, 30 giugno 2014
Nessun commento:
Posta un commento