Il rischio di morte prematura
Un
largo studio europeo suggerisce che il consumo di carne lavorata,
come i salumi, è collegato a malattie cardiovascolari, cancro e
morte precoce
LM&SDP
Mangiare
con regolarità prosciutti, salsicce, salame, pancetta e simili
aumenta in modo significativo il rischio di sviluppare tutta una
serie di malattie, come quelle cardiovascolari, il cancro, e morte
precoce.
Lo studio che mette in evidenza i rischi di una dieta
scorretta è stato condotto seguendo per circa tredici anni mezzo
milione di persone di età compresa tra i
35 e i 70 anni, provenienti
da dieci Paesi europei.
I risultati sono stati pubblicati sulla
rivista BMC Medicine e riportano che chi è solito consumare
insaccati, e carni lavorate in genere, vede aumentare in modo
significativo il rischio di morte prematura.
I
ricercatori dell’Università di Zurigo hanno raccolto una mole di
dati relativi alla dieta dei cittadini europei. I dati comprendevano
il consumo personale di carne rossa, bianca e lavorata.
Nello
specifico, la carne rossa includeva quella di bovino, suino, equino e
ovino; la carne bianca il pollame in genere, ma anche anatra e
coniglio. Infine, la carne lavorata includeva prosciutti, salami,
salsicce, pancetta e tutti i salumi e insaccati in genere.
Durante
il periodo di follow-up, una persona su 17 è morta. Di questi, chi
mangiava circa 160 grammi al giorno di carne lavorata vedeva
aumentare il rischio di morte del 44%, rispetto a coloro che ne
mangiavano circa 20 grammi al giorno.
Nei circa 13 anni di
studio, ci sono stati 5.556 decessi per malattie cardiache e
vascolari, 9.861 mori per cancro e 1.068 a causa di malattie
respiratorie. Analizzando i dati per causa, si è scoperto che il
consumo di carne lavorata era quello che aumentava maggiormente il
rischio di malattie e morte prematura: nella fattispecie mangiare
molta carne lavorata aumentava del 72% il rischio di malattie
cardiovascolari e dell’11% il rischio di cancro.
La
Stampa, 7 marzo 2013
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