Sono noti infatti gli studi che hanno evidenziato come una dieta sana che includa, appunto, alcuni ingredienti della dieta mediterranea, sia un modo per prevenire diversi disturbi e malattie come, per esempio, quelle cardiovascolari – e anche il cancro. A tutte queste conferme si associa un nuovo studio pubblicato sulla versione online del Journal of Neurology Neurosurgery and Psychiatry, e condotto dai ricercatori spagnoli dell’Università di Navarra.
La
dottoressa Elena H Martínez-Lapiscina, insieme ai colleghi Pedro
Clavero, Estefania Toledo, Ramon Estruch, Jordi Salas-Salvadó,
Beatriz San Julián, Ana Sanchez-Tainta, Emilio Ros, Cinta
Valls-Pedret e Miguel Á Martinez-Gonzalez, per questo studio ha
coinvolto 522 ambosessi di età compresa tra i 55 e gli 88
anni.
Tutti i partecipanti non presentavano malattie cardiovascolari, ma erano tuttavia ad alto rischio cardiovascolare, per via delle proprie condizioni mediche. Tra queste, la presenza di diabete di tipo 1 e 2, pressione alta, un
elevata presenza di grassi nel sangue, sovrappeso,
una storia familiare di malattia cardiovascolare precoce, e l’essere
fumatori.Tutti i partecipanti non presentavano malattie cardiovascolari, ma erano tuttavia ad alto rischio cardiovascolare, per via delle proprie condizioni mediche. Tra queste, la presenza di diabete di tipo 1 e 2, pressione alta, un
Dopo una prima analisi delle condizioni mediche, i volontari sono stati avviati al programma PREDIMED, un procedimento atto a sviluppare il modo migliore per scongiurare le malattie cardiovascolari. Dopo di che sono stati suddivisi in modo casuale in due gruppi, di cui uno che avrebbe seguito la dieta mediterranea con l’aggiunta di olio extravergine di oliva o frutta secca, mentre l’altro gruppo (di controllo) che avrebbe ricevuto l’istruzione di seguire una dieta a basso contenuto di grassi, consigliata in genere per prevenire infarto e ictus.
Durante il periodo di studio, tutti i partecipanti sono stati oggetto di regolari check-up da parte del proprio medico di famiglia e controlli trimestrali sulla conformità circa la dieta loro prescritta. Dopo una media di 6,5 anni, i volontari sono stati sottoposti a test per individuare eventuali segni di declino cognitivo. La valutazione è stata fatta con il “Mini Mental State Exam”, e un test di disegno a tempo, per determinare le funzioni cerebrali superiori, compresa la memoria di attenzione e capacità di orientamento, il linguaggio, le abilità visuo-spaziali e visuo-percettive. E poi ancora le funzioni esecutive come la memoria di lavoro, di attenzione, e il pensiero astratto.
Al termine del periodo di studio, i ricercatori hanno trovato che 60 partecipanti avevano sviluppato un deterioramento cognitivo lieve: di cui 18 appartenevano al gruppo “dieta mediterranea” con l’aggiunta di olio d’oliva; 19 facevano parte del gruppo con la dieta aggiunta di noci miste e, infine, 23 appartenevano al gruppo di controllo. Dei partecipanti, altre 35 persone hanno sviluppato la demenza. Di queste, 12 facevano parte del gruppo “olio d’oliva”; 6 del gruppo “frutta secca” e 17 del gruppo “dieta a basso contenuto di grassi”, ossia il gruppo di controllo.
Sul fronte dei test cognitivi e per la salute del cervello, i punteggi medi di entrambi i test sono risultati significativamente più elevati per coloro che seguivano una delle due diete mediterranee, rispetto a coloro che seguivano la dieta a basso contenuto di grassi. I risultati, sottolineano i ricercatori, sono restati tali anche dopo aver tenuto conto di altri fattori di rischio o confondenti come, per esempio, l’età, il livello educativo, la pratica o meno di esercizio fisico, i fattori di rischio vascolare, la depressione, la storia famigliare di deficit cognitivo o demenza, la presenza della proteina ApoE – associata alla malattia di Alzheimer.
Questo studio si attesta come il primo processo a lungo termine che abbia esaminato l’impatto della dieta mediterranea sulla potenza del cervello. E, sebbene i ricercatori sentano la necessità di condurre altri studi più approfonditi, che non coinvolgano soltanto soggetti a rischio cardiovascolare, i risultati suggeriscono che un modello alimentare di alta qualità può proteggere le funzioni cognitive del cervello durante il processo di invecchiamento.
La ricerca spagnola si va ad aggiungere dunque al sempre più grande corpo di evidenze che mostrano come una dieta corretta e salutare possa avere risvolti benefici in più ambiti della salute.
La
Stampa, 22 maggio 2013, pag,
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