Padri affettuosi e in cerca
di autorevolezza, madri sempre di corsa.
La famiglia fra mito del successo e
bisogno di controllo
Monica Ricci Sargentini
Anche se l’obiettivo appare ancora lontano,
visto che il 76,2% del lavoro domestico è ancora sulle spalle della don na, la
tendenza futura sarà sempre più quella della famiglia altalena, come la
definisce Hanna Rosin ne La fine dell’uomo, cioè il papà e la mamma che si
scambiano i ruoli tradizionali tra chi porta a casa lo stipendio e chi si
occupa della casa e della famiglia.
Per l’uomo, però, il percorso è difficile
perché, per dirla con le parole della psicologa Silvia Vegetti Finzi, «i nuovi
padri appaiono migliori dei precedenti: più affettuosi, disponibili,
competenti, ma se non vogliono appiattirsi sulla figura femminile devono
acquisire in autorevolezza ciò che hanno perso in autoritarismo». Il rischio è
quello di allevare una generazione di bambini con le ginocchia sane, come li
definisce Crepet, cioè di
ragazzi fragili e dipendenti. «La forza del nostro
carattere in buona parte — spiega lo psichiatra — è dipesa da quante volte sei
caduto in bicicletta, oggi invece i genitori ti preservano coprendo gli spigoli
e non ti insegnano ad affrontare le prove della vita».
È anche vero, come sottolinea la sociologa
Chiara Saraceno, che nella nostra società «c’è molta più incertezza che in
passato su quello che si deve fare: il pediatra dice una cosa, l’esperto
un’altra, la nonna un’altra ancora. Il mondo è cambiato, ci sono tante fonti di
influenza sui figli come Internet e la tv. Il genitore deve esercitare una
capacità di controllo molto superiore di un tempo. Per esempio bisogna sapere
cosa fanno i nostri figli in Rete, con chi chattano su Facebook».
La nostra epoca è sicuramente segnata da una
competizione sfrenata, soprattutto oggi che gli spazi del lavoro si
restringono. Per il direttore del Censis Giuseppe De Rita i nuovi papà e le
nuove mamme sono ostaggio di tre grandi miti: Io, novità e successo. «Oggi i
genitori non hanno più la capacità di definire una strategia formativa e di
rapporto che non sia modulata da questi miti. Siamo in preda a una vera e
propria esaltazione dell’io — spiega De Rita —, un’egolatria che viene
avvertita quotidianamente e che viene vista come l’equivalente della libertà:
di divorziare, di abortire, di fare della vita quello che vogliamo. L’altro non
esiste più. I genitori si sentono in obbligo di garantire ai figli il successo
ma per farlo dovrebbero essere degli eroi. Propongono loro continue novità non
capendo che il nuovo è la fonte dell’insoddisfazione».
Sarà per questo che, da un anno a questa
parte, la Fraternità San Carlo porta nelle scuole medie e superiori una mostra
sulla paternità dal titolo Nessuno genera se non è generato, dall’omonimo libro
di Lynch Jonah, in cui si ripercorre l’importanza della figura del padre
attraverso gli esempi di Omero, Dante, Tolkien. L’idea è che nella vita serva
una guida che ci porti per mano, che ci faccia crescere insegnandoci a
camminare da soli. I genitori di oggi, imperfetti come tutti gli altri, provano
a farlo tutti i giorni.
Corriere della Sera, 6
maggio 2013, pag, 23
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