I Bradford d’Italia: “I figli non possono essere un
lusso”
di Francesca Paci
Si fa presto a dire pane. Sapete quanto può
costare l’alimento primario a una famiglia di undici persone? Al ritmo di 12 kg
alla settimana il conto si aggira sui 140 euro al mese. Un dodicesimo dello stipendio
da commesso d’elettronica di Patrizio Alessandrini. Così lui, 41 anni, 9 figli
e la busta paga incastrata al millesimo con quella della moglie insegnante
Carla, ha scoperto che conveniva di gran lunga improvvisarsi fornaio:
«Arrangiandomi risparmio circa 1500 euro l’anno e i miei ragazzi hanno ogni
giorno panini freschi per la merenda».
La creatività autarchica però, tampona solo
in minima parte l’esosa routine degli italiani come gli Alessandrini, meno
dell’1% delle famiglie a cui corrisponde il 17% dei nuovi nati. Per questo
stamattina Patrizio e decine di membri dell’associazione Famiglie Numerose si
radunano davanti a Montecitorio determinati a incatenarsi alle transenne urlando
ai parlamentari l’articolo 31 della Costituzione, quello che, in teoria,
accorda «particolare riguardo» ai nuclei con più figli, L’avevano già fatto il
22 settembre scorso destando, tra le poche, l’attenzione del presidente della
Camera. Ma l’appuntamento ottenuto allora da Gianfranco Fini è rimasto pura
astrazione mentre si è concretizzato l’aumento di bollette, benzina, cibo
rincarato al punto da rendere la carne un superlusso bisettimanale.
Per vivere, ammette Patrizio, con due
stipendi si vive. Agli escamotage economici però, vanno aggiunti quelli filosofici:
«Ai nostri ragazzi non manca nulla. A settembre tra libri, cartoleria e
scuolabus se ne sono andati quasi 2 mila euro. Ma, per esempio, nessuno di loro
partecipa alle gite di classe, solo i due che hanno problemi di schiena
frequentano un corso di nuoto e ad eccezione dell’unico pc di casa
l’elettronica resta confinata al negozio in cui lavoro». Vale a dire che
neppure la primogenita Valeria, 17 anni, possiede un telefonino: «Se lo
comprerà con i soldini del suo 18 esimo compleanno. A volte è dura perché i
minori possono essere spietati e sottolineare le loro diversità, ma almeno
Valeria è immune dalla febbre che vedo ogni giorno negli occhi dei ragazzini in
fila alla cassa per la ricarica da 5 euro». Certo capita che lamentino le
restrizioni, come il 13enne Stefano: «Un giorno, era piccolo, mi minacciò che
per protesta sarebbe andato via di casa appena avesse avuto 30 anni...». Alfine
la normalità domestica batte quella sociale.
NESSUNA AGEVOLAZIONE
«Paghiamo tutto a tariffa piena,
a differenza di ciò che accade all’estero»
Cosa potrebbe fare lo Stato per gli Alessandrini?
Tanto per iniziare realizzare che in Italia le famiglie Bradford sono poche ma
esistono: «Ci rispondono sempre che le norme riflettono la realtà e che nella
nostra quasi nessuno ha oltre due figli. Solo che denunciando insieme un
reddito di 44 mila euro io e mia moglie paghiamo il ticket mentre una coppia di
single da 35 mila euro ciascuno ne è esente: è giusto o penalizza le famiglie? Il
risultato è che un mio amico sta considerando di divorziare per risparmiare fiscalmente
900 euro». Anche Patrizio, scherza, ci pensa: almeno quanto pensa al decimo
bimbo.
La Stampa, 12 ottobre 2011, pag. 20
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