Coliti gravi e Crohn. Allarme per i bambini

A Sorrento si apre dopodomani il congresso della Società europea con al centro la preoccupazione sulle malattie infiammatorie intestinali nell’infanzia: i casi sono raddoppiati. Sotto accusa microbi, grassi e zuccheri

di Giuseppe Del Bello

ADULTI
In Italia sono circa 100.000 le persone affette dalle Mici, le malattie infiammatorie croniche intestinali
BAMBINI
Circa 1.600 pazienti in età pediatrica L’incidenza nei bambini è passata da 3 a 7,2 casi per 100.000 abitanti
CROHN
Tra le malattie infiammatorie croniche il morbo di Crohn è più frequente della colite ulcerosa

CELIACHIA
La malattia interessa fino al 10% della popolazione per la quale il glutine della farina agisce da sostanza
Tossica

  I sintomi, protratti per settimane, sono gli stessi: dolori addominali, diarrea e febbre. Ma fino a dieci anni
coinvolgevano solo gli adulti, adesso è boom tra i bambini. E neanche i lattanti sono esclusi. L’allarme per l’incremento delle Ibd, le malattie infiammatorie intestinali (Crohn e colite ulcerosa) nell’infanzia arriva dal congresso dell’European society of paediatric gastroentererology, hepatology and nutrition che inizia dopodomani a Sorrento presieduto da Annamaria Staiano, Riccardo Troncone e Alfredo Guarino, ordinari di Pediatria alla Federico II di Napoli. Un’«epidemia», la definiscono gli specialisti, causata da uno stile di vita “occidentale” tipico dei paesi ricchi. Sotto accusa finisce l’associazione di un’alimentazione scarsa di fibre ma ricca di grassi e zuccheri semplici con alcune specie microbiche spesso presenti nell’intestino di piccoli pazienti. Non solo. L’esordio precoce della patologia determinerebbe un maggior numero di complicanze. Per la diagnosi si ricorre all’endoscopia con biopsia, cioè al prelievo di un frammento di mucosa utile a differenziare il Crohn dalla colite ulcerosa.
  «In alcune famiglie esistono mutazioni che predispongono a un’infiammazione del tenue e del colon», spiega Guarino, «e probabilmente, anche per il ruolo di microbi presenti nell’intestino, attivano una flogosi caratterizzata da alterazioni istologiche dell’epitelio, diverse a seconda della malattia ». Una ricerca condotta su 75 bambini (13 lattanti), da Frank Ruemmele, gastroenterologo all’ospedale pediatrico Necker di Parigi, ha dimostrato che alcuni recettori alterati sarebbero responsabili di un decorso peggiore e della resistenza alla terapia. Per bloccare sintomi e progressione, garantendo una vita normale per lunghi periodi, è necessario intervenire con i farmaci. Quali? «Oggi, dopo gli ottimi risultati delle sperimentazioni, gli stessi biologici utilizzati da anni nell’adulto», risponde la Staiano, «sono stati estesi ai piccoli pazienti. E nei casi di farmaco-resistenza si prende in considerazione il trapianto di cellule staminali ». Altrettanto drammatica la cosiddetta “insufficienza intestinale irreversibile” che può essere conseguenza di un intervento chirurgico mutilante (per grave infezione) oppure di una malattia congenita che impedisce i processi digestivi. Questi bambini un tempo morivano, oggi vengono nutriti per via venosa, crescendo normalmente». Novità anche in tema di celiachia. «I nuovi criteri diagnostici (basati sugli anticorpi antitransglutaminasi) evitano la biopsia intestinale. Un semplice prelievo di sangue», rivela il docente, «sta facendo emergere l’iceberg della celiachia e del ruolo tossico del glutine in moltissime malattie autoimmuni».

La Repubblica, 24 maggio 2011, pag.41

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