Corsi preparto e biberon l’ultima frontiera del papà perfetto

di Anais Gironi

  UN TEMPO eravamo tenuti alla larga, considerati inutili almeno per gran parte dei primi mesi di vita del bambino. Oggi invece se dici che non vuoi entrare in sala travaglio con tua moglie rischi il divorzio». Da comparse, a protagonisti. Dal “pater familias” ai papà chioccia.
  UOMINI mutanti che nell'arco di due generazioni hanno dovuto reinventarsi un ruolo, partecipare ai corsi preparto, imparare a cambiare pannolini e a distillare la polvere di latte nei biberon. «Più bravi e coinvolti, ma eternamente spaventati di fronte all'idea di diventare genitori » riassume Pierre Antilogus che insieme a Jean-Louis Festjens ha
appena pubblicato la nuova edizione de “La guida del giovane papà”, un bestseller che vent'anni fa aveva venduto 1 milione di copie solo in Francia, è stato tradotto in 19 paesi, tra cui l'Italia
  All'epoca i padri erano ancora in preda al panico davanti alla chiusura di un passeggino, credevano di essere incapaci di addormentare un bebé urlante, come raccontava il film francese “Tre uomini e una culla”. Idue autori avevano sperimentato l'ansia da prestazione con i loro pargoli, ma si erano sentiti ignorati dalla retorica di medici e psicologi sui “nuovi padri”. «Abbiamo scritto il nostro primo manuale per dare una visione della paternità più umana, ironica e forse disincatata. Com'è la vita vera» racconta Antilogus che nel frattempo ha passato tutte le fasi da genitore e l'anno scorso ha dedicato un libro a come “sopportare un adolescente”. «Ti illudi che il grosso sia passato, invece il peggio deve ancora arrivare».
  La nuova edizione del manuale è fedele allo spirito originale. «Alcuni cattivissimi padri vi diranno che portarsi in casa un bambino è una prova difficile, comunque costosa e fonte di guai. In fondo, hanno ragione». Gli autori elencano tutto ciò che gli uomini di oggi sono chiamati a fare e che, sotto sotto, preferirebbero evitare. I dettagli cruenti raccontati dalle ostetriche. Le alzatacce notturne e le passeggiate nei corridoi per ottenere il fatidico ruttino dopo la poppata. L'invasione di parenti e amici che vogliono dare consigli, scattare foto nei momenti meno adatti. Ma ormai non scappano più. Sono presenti nell'accudimento dei piccoli, teneri e apprensivi, perfetti compagni di gioco. Fanno tutto, o quasi, accompagnati però da un retro pensiero. «Come si può mantenere un comportamento dignitoso all'inseguimento di vasini e tricicli?».
  La mutazione non è conclusa. Molte cose sono cambiate rispetto agli anni Ottanta. La gravidanza è  ondivisa dall'inizio alla fine. «A volte persino troppo - aggiunge Antilogus - Vedere l'ecografia in 3D di tuo figlio-alieno è scioccante». Sul posto di lavoro, non è tabù prendersi un congedo alla nascita del bambino. «Quando abbiamo scritto la prima edizione erano previsti solo tre giorni, oggi due settimane». Comunque non abbastanza. Gli autori allegano al libro un scheda da compilare per chiedere al governo un periodo pari a quello delle donne. All'appello continua a mancare l'aiuto domestico. «Su questo i padri non cedono, c'è ancora un forte squilibrio con le madri».
  Si procede per tappe, è una rivoluzione in corso. I neopapà hanno imparato a chiamare il pediatra e a organizzare feste di compleanno. Li vedi persino all'uscita del nido, “spesso in ritardo rispetto alle madri”. Il coinvolgimento ormai è tale che alcuni soffrono di babyblues, esattamente come le mamme. E quando si separano, chiedono l'affidamento condiviso. Alla fine, infatti, i padri di oggi scoprono di avere davanti una sfida appassionante. “La paternità è una fonte di gioie inaudite” concludono gli autori che invitano a figliare con allegra incoscienza. Forza uomini, un po' di coraggio.

Da comparse a protagonisti, da pater familias a padri-chioccia, gli uomini sono diversi.
Le buone abitudini dei nuovi papa

1. seguire i corsi di preparazione al parto
2. Partecipare al travaglio (se la madre lo desidera)
3. Alternarsi con la madre per il biberon
4. Occuparsi di pannolini e bagnetto
5. usare i congedi parentali
6. Cercare sempre il tempo del gioco
7. Mantenere un po’ della vecchia autorità
8. Fare i turni per portare e riprendere i bambini al nido
9. Occuparsi della “socialità” del piccolo con inviti e feste
10. Chiedere l’affido condiviso in caso di separazione

La Repubblica, 21 aprile 2011, pag.23

Nessun commento:

Posta un commento