Vanno a scuola di dieta (fin da piccolissimi)
di Emanuela Di Pasqua

rivolto ai bimbi dai 18 mesi in su e soprattutto ai loro genitori.
A scuola di dieta
I giovanissimi alunni vengono nutriti con frutta e verdura e vengono coinvolti in giochi di gruppo finalizzati a incoraggiare l’attività fisica fin dall’età più precoce. Inoltre i supporti ai giochi organizzati raffigurano spesso la frutta e le verdure meno conosciute, proprio per avvicinare i giovanissimi alla conoscenza di alcuni alimenti cruciali, e
un team di medici monitora i piccoli, seguendo con un occhio di riguardo chi tra loro a ha una famigliarità con l’obesità. Le porzioni dei pasti sono moderate e alle mamme e ai papà viene spiegata l’importanza di dosare il cibo. Infine ogni attività organizzata ha il preciso scopo di coinvolgere anche i genitori e di essere trasportabile anche nel contesto di provenienza, poiché senza il supporto della famiglia le buone abitudini chiaramente non hanno molto senso e sono destinate a essere effimere.
Un problema molto urgente in Gran Bretagna
Westminster, Hammersmith e Kensington a Londra, Medway in Kent e Great Yarmouth nel Norfolk sono le zone dalle quali partiranno queste iniziative di precoce sensibilizzazione, ma è previsto che le scuole di dieta per giovanissimi si moltiplichino e si diffondano capillarmente in territorio britannico, considerata l’urgenza del problema e l’imminente lancio di un vero e proprio piano anti-obesità. Una ricerca recente stabiliva infatti come il 40% dei bambini britannici abbia problemi di sovrappeso senza nemmeno esserne consapevoli e a settembre sono già previsti i primi interventi sulle diete scolastiche che prevedono un aumento delle ore di attività fisica nel curriculum, ispezioni nei lunch box degli studenti per sequestrare gli alimenti ricchi di grassi e zuccheri e la creazione di diete mirate. Secondo i dati attuali dopo gli undici anni un bambino su 5 in Gran Bretagna è obeso e dopo i due o tre anni, a detta degli esperti, le abitudini (buone o cattive che siano) sono già molto radicate.
Corriere Della Sera, 7 agosto 2015,
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