di Anna Guaita
Scoppiare
di salute? Può capitare. C’è qualcuno che lotta tanto per esser
sano che finisce per ammalarsi. A forza di studiare ogni pomodoro,
ogni zucchino, ogni uovo, ogni fettina, a forza di vivere nel timore
di ingerire un boccone geneticamente modificato, o verdure
contaminate di pesticidi o carne con gli ormoni, c’è chi cade in
una sindrome che la medicina ha battezzato “orthorexia”. E
l’ossessione di mangiare sano, ma portata a tali conseguenze da
avere l’effetto contrario. Alcuni l’hanno addirittura definita
“una religione assoluta e tirannica”.
Contrariamente
all’anoressia, che si fissa sulla quantità del cibo e il peso
corporeo,
l’orthorexia si fissa sulla qualità di quello che si
ingerisce e sul benessere del corpo. Ma chi la pratica
all’esasperazione finisce per compiere un errore di valutazione
proprio come chi diventa anoressico e crede di essere sempre
sovrappeso. Gli orthorexici vedono insidie dappertutto. Raramente
mangiano a casa di altri o in ristoranti perché temono che quel che
compare nel loro piatto possa essere sofisticato, contaminato, non
genuino, e possa quindi danneggiare la loro salute. Vogliono sempre
la certezza inequivocabile che la verdura sia biologica e locale, che
il salmone sia pescato nelle acque fredde del Pacifico e la carne
provenga da bestiame allevato senza ormoni. I R
I
Rischi
L’orthorexia
per assurdo nasce proprio in coincidenza con i movimenti per il cibo
sano, contro gli allevamenti di massa, antigienici e crudeli, contro
l’abuso di pesticidi e concimi chimici. Il sacrosanto desiderio di
alimentarsi in modo salutare, sembra però avere avuto questo effetto
deviante su certe personalità, soprattutto le personalità alfa, che
vogliono avere controllo su di sé e il proprio destino: «Molti si
informano su internet, in modo maniacale, in un continuo inseguimento
dell’estrema verità – rivela il professor Peter Green, della
Columbia University -. E così ci capitano continuamente pazienti che
non sanno più dove girarsi perché si sono convinti che tutto il
cibo è contaminato e tutto fa male».
«Ho
passato anni di ansia continua» testimonia Ashley Bailey, 28 enne
professionista che fortunatamente ha capito che stava scivolando in
una forma di follia: «Andare fuori a cena era diventata una tortura.
Ogni volta facevo un interrogatorio di terzo grado al cameriere: è
sicuro che anche le spezie sono biologiche? È sicuro che non ci sia
zucchero nella salsa, e il pollo non sia stato allevato in batteria?
Mi è capitato di mettermi a piangere perché il sapore di un boccone
mi sembrava artificiale». La dottoressa Sondra Kronberg, direttrice
dell’associazione Eating Disorders Treatment Collaborative, spiega:
«Chi vuole mangiare sano sta attento che il cibo sia fresco, senza
additivi e cucinato in modo igienico. Ma non ha paura di qualche
eccezione e non entra in crisi davanti a due patatine fritte». Gli
orthorexici, spiega, «cambiano la loro vita, si isolano, rinunciano
a interagire socialmente per paura di sgarrare da un regime diventato
una religione».
Sono circa vent’anni che la comunità medica ha
cominciato a rilevare questo trend, ma solo ora si propone che venga
riconosciuto dalla psichiatria come una nuova forma di “disfunzione
del comportamento alimentare”, come l’anoressia o la bulimia. Lo
psicologo Thomas Dunn, dell’Università del Northern Colorado la
definisce «un’ossessione patologica per un nutrimento
biologicamente puro». La mania ipersalutista può diventare l’esatto
opposto di quel che vuole essere: «Si abbracciano diete draconiane,
alle volte composte solo di verdure fresche, con il risultato che al
corpo vengono a mancare vitamine ed elementi minerali essenziali».
Ecco perché chi pratica in forma maniacale l’alimentazione vergine
rischia errori simili a quelli che fanno gli anoressici: magari
mangeranno quintali di lattuga, bicchieroni di frullati di erbette,
litri di succo di carote, ma si privano di elementi nutritivi
importanti.
Il
Messaggero, pag, 26
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