Lui in sala parto?

Dannoso e inutile


I papà buoni solo per i selfie. Ricerca inglese: «Se c'è l'uomo durante la nascita aumentano i dolori della mamma»


di Erica Orsini

  Londra Finiamola con i «spingi cara, spingi» e «presto è tutto finito tesoro, ancora uno sforzo». I futuri padri meglio lasciarli fuori dalla sala parto. Primo, non sono di alcun conforto alle madri, secondo, potrebbero perfino acuire la loro sofferenza. É questa la conclusione alla quale sono giunti i ricercatori del King's College di Londra dopo un trentennio durante il quale la presenza del marito o del compagno al momento della nascita era stata largamente consigliata. Anzi, a partire dalla fine degli Anni Settanta era quasi diventata una moda se non proprio un obbligo. Le motivazioni erano molteplici. É un'esperienza che ti cambia la vita, qualcosa che rafforza la coppia, non si può perderla. In Inghilterra la presenza degli uomini in sala parto è divenuta un fatto sempre più frequente in concomitanza con la diminuzione dei parti in casa anche perchè alcuni studi sostenevano che le donne avrebbero avuto meno bisogno di antidolorofici nel caso il partner fosse stato presente.

  Adesso, come spesso accade, l'ultima ricerca afferma il contrario spiegando che soprattutto laddove il
rapporto non è particolarmente saldo e profondo, la presenza del compagno può essere addirittura dannosa. E i dolori rischiano di acuirsi. Tutto sommato si tratta di una considerazione a cui saremmo arrivati in molti soltanto con il buon senso senza bisogno di scomodare gli scienziati britannici. Se due persone non sono in perfetta sintonia, se il loro rapporto non è solido e non è già stato messo alla prova da esperienze precedenti, se la conoscenza reciproca è ancora superficiale, il fatto che il tuo uomo ti tenga la mano mentre urli, strepiti, ti contorci, sudi e dici le parolacce non è poi di gran conforto. Anzi, può essere imbarazzante per entrambi. Ovviamente, le scelte in questo caso sono personali e divergono da coppia a coppia. Ma almeno questa ricerca sgombra il campo dal dogma che vede come un obbligo la presenza dell'uomo in sala parto. E ammette che non funziona per tutti allo stesso modo, donne comprese. «Gli individui che evitano la profonda confidenza possono vedere la presenza dell'altro come qualcosa che spiazza e interferisce negativamente con il loro modo di affrontare la situazione - spiega la dottoressa Katerina Fotopoulou - e l'acuirsi della sofferenza può essere spiegata anche dal fatto che i dolori del parto sono differenti da ogni altro tipo di dolore e dipendono molto anche dalla sfera psicologica del soggetto».

  Quindi, tutti pronti a riaprire un dibattito che ha sempre diviso l'opinione pubblica anche in Italia. Secondo i dati più recenti il 92% dei padri italiani assiste al parto della moglie e della compagna, una tendenza che non trova favorevole Alessandra Graziottin, una delle sessuologhe più note del Paese che si sente di consigliare la presenza in sala travaglio, ma rimane scettica per quanto riguarda quella in sala parto: «Consiglio di compiere questo passo soltanto se si è profondamente coinvolti e convinti di farlo - suggerisce - non sono rari gli uomini che in seguito hanno manifestato problemi di coppia». Inutile dire che molti, davanti a quest'inversione di tendenza, tireranno un respiro di sollievo. E magari si limiteranno ad aderire alla moda del selfie con il neonato che sta spopolando in rete. A fotografarsi con il marmocchio appena nato in braccio ci hanno già pensato personaggi come Robbie Williams, Mauro Icardi e Michael Bublè. Chissa' forse era meglio «spingi cara, spingi».

Iibero, 22 gennaio 2015


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