Diabete,

Diabete, malati italiani verso raddoppio in 25 anni

In Italia colpisce una persona su 12, ma entro il 2040 saranno una su 6.  In occasione della Giornata mondiale, il decalogo  degli esperti per 'frenare' la malattia. E il primo corto sulla ricerca scientifica. Lo studio: "Meno rischi con 4 tazzine di caffè al giorno"

 In Italia le persone che si ammalano di diabete sono più che raddoppiate in 25 anni. E' una delle patologie più diffuse e destinata ad aumentare in futuro. Nel mondo i pazienti sono più di 380 milioni, con un costo economico e sociale di oltre 548 miliardi di dollari. Nel nostro paese colpisce una persona su 12, ma ha un forte tasso di crescita ed entro il 2040 i malati diventeranno 10 milioni, un italiano su 6. 

La consapevolezza. 
  Se dai dati ufficiali emerge che nel 2012 3.750.000 malati erano in cura, gli esperti segnalano che nello stesso periodo  almeno un altro milione di individui non sapevano di avere il diabete. "Non c'è ancora nel paese una piena consapevolezza della gravità del diabete: l'età media del malato è di 67 anni, ma 1 su 4 e ancora in età lavorativa o va a scuola. E per queste persone ci sono ancora grossi problemi di gestione della patologia - spiega Enzo Bonora, presidente della Società italiana di diabetologia (Sid), tra i relatori al Senato del convegno 'Healthy Living and Diabetes' promosso dall'Osservatorio Sanità e Salute. 


 "Spesso nelle scuole i ragazzi diabetici hanno ancora difficoltà quando si tratta di fare la terapia insulinica - aggiunge Bonora - .Stesso problema deve affrontare il paziente che lavora. Ogni diabetico nella sua vita dovrà prendere decisioni o penserà alla malattia dalle 100 alle 500 mila volte. L'età della diagnosi è tra i 50 e i 55 anni e oggi l'aspettativa di vita è molto alta anche grazie alle terapie che negli anni sono state messe a disposizione dei pazienti".

1 Consapevolezza  Il diabete non impedisce di condurre una vita normale. Ma non può essere considerato un semplice fastidio o una malattia banale. E' una malattia potenzialmente grave che richiede grande consapevolezza e massima applicazione.

Iniziative nelle piazze. 
  La versione italiana della Giornata mondiale del diabete, che verrà celebrata il 15 e il 16 novembre in migliaia di piazze, ha come titolo: 'Il diabete ha scelto me, ma anche io ho scelto me', per invitare le persone con diabete a volersi ancora più bene, a prendersi maggiormente cura di sé, in ogni momento della vita. E volersi bene, significa innanzitutto, vivere in modo salutare. Per affrontare la situazione la Società italiana di diabetologia (Sid) ha lanciato un decalogo con consigli. Primo fra tutti quello di seguire un'alimentazione equilibrata, ma anche di fare sport e controllare la glicemia. Anche se i cibi e le bevande che contengono zucchero possono far salire molto la glicemia, ma piccole quantità non sono tassativamente vietate. 
 
I costi. Secondo i dati Sid, ogni anno per curare un paziente diabetico si spendono oltre 2.500 euro: 10% per visite, 69% per ricoveri, 14% per terapie varie, 4% per farmaci antidiabete, 4% per i presidi.  Il costo totale delle terapie per il Ssn è di circa 8-9 miliardi, ma visto che il grosso della spesa sono i ricoveri (1,2milione) per le complicanze del diabete si arriva a sfiorare i 15 mld ogni anno".

"Meno rischi con 4 tazzine di caffè al giorno". Secondo uno studio dell'Institute for Scientific information on Coffee, il consumo di tre o quattro tazzine di caffè al giorno potrebbe essere associato a una riduzione approssimativa del 25 per cento dello sviluppo del diabete di tipo 2. Dalla ricerca emerge che chi beve almeno 3 tazze di caffè al giorno è più protetto dalla malattia, rispetto a chi non lo consuma affatto o a chi si accontenta di meno di 3 tazzine. La ricerca ha evidenziato un'associazione inversa e favorevole, per la quale l'incremento del 7-8 per cento dell'effetto protettivo per tazza addizionale di caffè vale entro il limite delle tre o quattro tazze. E' improbabile che sia la caffeina la sostanza responsabile di questo scudo preventivo. Una recente meta-analisi ha suggerito che anche quando si consuma la qualità decaffeinata si verifica lo stesso una riduzione del rischio di diabete di tipo 2. Per gli studiosi, quindi, potrebbe essere la qualità del caffè e come viene consumato a essere responsabile dell'associazione favorevole con la malattia metabolica: il caffè filtrato ha un effetto maggiore protettivo a quello fatto bollire e, infine, quello decaffeinato maggiore di quello normale.

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