Scoperta la causa della febbre,

 Ora non ha più misteri

La ricerca potrà consentire lo sviluppo di farmaci in grado di alleviare alcuni sintomi (quelli pericolosi) e altri no (quelli per cui la febbre è utile)

di Mario Pappagallo



  Scoperta l’origine della febbre: a far salire la nostra temperatura corporea sono le prostaglandine, sostanze-spia delle infiammazioni prodotte dai vasi sanguigni del cervello per attivare, in caso di emergenza, una sequenza di segnali. È una scoperta che potrebbe aprire la strada a farmaci più efficaci, secondo i ricercatori dell’università svedese di Linköping, coordinati da Daniel Björk Wilhelms, che hanno svelato il meccanismo febbrile. Lo studio è stato pubblicato dalla rivista The Journal of Neuroscience.

  La febbre ispirazione di poeti e scrittori

  La febbre adesso non sembra avere più misteri. Colpisce l’umanità da sempre e da sempre ha ispirato poeti, pensatori, scrittori. Spesso accomunata al delirio, altre volte a forti emozioni come l’amore, ma declamata anche per indicare terribili malattie. Basti pensare alla peste manzoniana, al mal sottile della Traviata, a bambini consunti e uccisi da febbri incontrollabili. «Otto giorni di febbre! Avrei avuto il tempo di scrivere ancora un libro», sono state queste le
ultime parole di Honoré de Balzac prima di morire. In realtà è stata sempre un sintomo, una reazione importante delle difese dell’organismo di fronte ad un attacco dall’esterno o ad un male in corso. Pericolosa, se alta, nei neonati. Quando sale, supera i 40 e non si riesce a far scendere. A volte causa di convulsioni, deliri, visioni. Lo scrittore e commediografo Karl Kraus se l’augurava in uno suo testo del 1909: «Un buon cervello deve avere la capacità di immaginarsi ogni febbre dell’infanzia con tutte le sue visioni, al punto di farsi salire la temperatura». Troppo adulto per rivivere questa pericolosa esperienza che probabilmente aveva sperimentato da piccolo.

  La prospettiva di nuovi farmaci

  Già undici anni fa uno dei ricercatori della scoperta di oggi, David Engblom, aveva individuato il meccanismo dietro la formazione delle prostaglandine E2 durante la febbre. Queste molecole segnalatrici non possono passare attraverso la barriera sangue-cervello, il cui scopo è proteggere il cervello da sostanze pericolose. Engblom dimostrò invece che possono essere sintetizzate da due enzimi presenti nei vasi sanguigni del cervello, prima che si spostino all’ipotalamo, area del cervello dove si trova il «termostato» corporeo. «Ciò dimostra che le sostanze responsabili della febbre si formano nella barriera sangue-cervello e da nessun’altra parte — continua lo scienziato svedese —. Sapere questo potrà consentire lo sviluppo di farmaci in grado di alleviare alcuni sintomi (quelli pericolosi) e altri no (quelli per cui la febbre è utile)».

  Il commento
  Giuseppe Remuzzi, immunologo e direttore del Mario Negri di Bergamo, accoglie con favore la scoperta: «Sapere che c’è una produzione locale di prostaglandine da questi piccoli vasi del cervello è utile anche ai fini dei farmaci. Esistono già degli inibitori selettivi delle E2 ma, rispetto all’aspirina, pur dando meno problemi gastrici, sembravano aumentare il rischio di infarti. Ora si potranno creare farmaci più selettivi e controllare le febbri più pericolose». La cosiddetta ipertermia maligna, per esempio, pericolosa nei bambini molto piccoli. Ma eliminare la febbre in sé non è sempre un bene, perché è un importante meccanismo di difesa. «Andrebbero eliminati solo gli effetti negativi associati al rialzo termico — conclude Remuzzi — come dolori, spossatezza e inappetenza. E arrivare a controllare quelle pericolose, che possono diventare convulsive e danneggiare di conseguenza i neonati. In futuro forse si riuscirà a farlo, agendo sui recettori responsabili degli altri sintomi».

Corriere Della Sera, 28 agosto 2014


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