Tumore al seno

Una dieta ricca di grassi fa aumentare il rischio


Lo rivela una ricerca guidata dall’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano condotta su oltre 10.000 donne con tumore al seno provenienti da dieci Paesi europei


   Una dieta ricca di grassi saturi fa aumenta il rischio di tumore al seno: è la conclusione di uno studio dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, che ha analizzato diecimila donne che hanno sviluppato un tumore al seno tra le 300mila volontarie provenienti da dieci Paesi europei partecipanti al progetto «EPIC» (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition). Le pazienti sono state osservate per undici anni. Il maggior rischio di sviluppare un tumore al seno per chi consuma elevate quantità di grassi saturi è del 14%, ma
considerando i sottotipi tumorali aumenta del 28% e del 29% nelle donne che sviluppano tumori della mammella rispettivamente con recettori positivi per gli estrogeni (ER+) e per il progesterone (PR+) e con recettori negativi per il fattore di crescita dell’epidermide (HER2-).

  Occhio ai grassi saturi animali

  L’ipotesi di una relazione tra consumo di grassi e tumore al seno risale agli anni Settanta quando si osservò che nei Paesi a maggior consumo pro capite di grassi era molto più alta l’incidenza della malattia. Per decenni gli studi epidemiologici sull’argomento hanno dato risultati contrastanti. Questo studio, pubblicato sul Journal of National Cancer Institute, fa luce sui possibili meccanismi dell’aumentato rischio: sono i grassi saturi da fonti animali i principali responsabili (soprattutto carni e latticini) e non, per esempio, gli oli vegetali; l’aumento di rischio riguarda soprattutto i sottotipi di tumore al seno che rispondono a terapie ormonali. I risultati supportano quindi l’ipotesi che una dieta ad alto contenuto di grassi aumenti i livelli di estrogeni e pertanto stimoli maggiormente lo sviluppo di tumori ormono-dipendenti. «Questo lavoro dimostra l’importanza strategica degli studi epidemiologici - commenta Marco Pierotti, direttore scientifico dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano - investendo sui quali si ottengono risultati rilevanti non solo per la definizione di corretti stili di vita ma anche per la comprensione dei meccanismi di insorgenza dei tumori, come in questo caso per un sottotipo di tumore al seno». In una dieta equilibrata i grassi saturi non dovrebbero superare il 10% delle calorie giornaliere.


  I vari tipi di tumore al seno

  Se si escludono i tumori della pelle, il cancro al seno è la neoplasia più diagnosticata nelle donne in tutte le fasce di età ed è la prima causa di morte per tumore nelle donne. La sopravvivenza relativa a cinque anni dalla diagnosi è in moderato e costante aumento da diversi anni: 78% per le donne ammalate dal 1990 al 1992, 87% dal 2005 al 2007. Il 60% dei tumori della mammella risulta positivo per gli estrogeni (ER+) e per il progesterone (PR+). Questi tipi di tumori sono considerati tumori ormono-dipendenti e rispondono alle terapie endocrine. Circa il 20-25% dei tumori della mammella esprimono il recettore 2 per il fattore di crescita epidermico umano (HER2). Questi tumori tendono a essere più aggressivi e ad avere una crescita più rapida. Lo studio «EPIC» mira a far luce sulla relazione tra dieta, stile di vita, fattori ambientali e incidenza di cancro e di altre malattie croniche. È il più grande studio sul rapporto tra alimentazione e salute mai intrapreso e vede coinvolte 520mila persone provenienti da dieci paesi europei: Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Spagna, Svezia e Regno Unito.

Corriere della Sera, 11 aprile 2014










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