Allergie, con i vaccini si può guarire

Ma vanno scelti con attenzione

L’immunologia specifica può essere un salvavita in caso di allergie al veleno degli imenotteri. Con il tempo induce la tolleranza all’allergene a cui si è sensibili

di Elena Meli

Dalle allergie si può guarire anche con i vaccini:l’immunoterapia specifica sta prendendo sempre più piede e cresce il numero di studi che mostrano come sia efficace e sicura in molti pazienti. «Si tratta di una terapia salvavitain caso di allergia al veleno degli imenotteri,come api o vespe, perché riesce a ridurre ilpericolo di anafilassi mortali — spiega RobertoBernardini, presidente Siaip —. Inoltre, è necessaria in caso di asmabronchiale e rinite allergica: nei pazienti con rinite può modificare la storiadella malattia, bloccando la “marcia” verso l’asma. Il vantaggio principalerispetto ai farmaci è la sua capacità di modulare le risposte immunitarie,inducendo la tolleranza all’allergene cui si è sensibili, con effetti che restanoanche dopo anni dal termine della terapia e che consentono di abbandonare ifarmaci». Una cura, quindi, e non un semplice “tamponamento” dei sintomi con antistaminici o cortisonici.
    I protocolli dei «vaccini» L’immunoterapia oggi prevede protocolli molto precisi, che durano come minimo due o tre anni, ma spesso si protraggono per cinque, ed è molto più sicura rispetto al passato, quando si avevano “miscele” di allergeni non purificate quanto quelle attuali. «Possiamo identificare la molecola a cui è allergico ciascun paziente: nel polline di parietaria, ad esempio, ci sono una quindicina di allergeni diversi; riconoscere quello che provoca le reazioni nel singolo caso significa fare una terapia davvero specifica e quindi più efficiente.— interviene Massimo Triggiani, presidente Siaic —. 

L’immunoterapia si puòintraprendere negli allergici al veleno di imenotteri, ai pollini e agli acari dellapolvere, mentre siamo più indietro sulle allergie ai cibi. La scelta del vaccino,la via di somministrazione (attraverso iniezioni settimanali dal medico ocompresse orodispersibili quotidiane, ndr) e il calendario della terapia, chenel caso di allergia a pollini può essere somministrata prima o durante lastagione “critica”, dipendono dal tipo e dalla gravità dell’allergia e dallecaratteristiche del paziente». Tuttora però l’immunoterapia è poco diffusa:secondo le stime Siaic la fa meno del 50 per cento dei pazienti che netrarrebbero beneficio. «Succede perché purtroppo in molte Regionil’immunoterapia non è ancora rimborsata: per alcuni i 400-

500 euro all’annonecessari per la cura sono un ostacolo insormontabile» conclude Bernardini.
Corriere della sera, 7 aprile 2014


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