Ma vanno scelti con attenzione
L’immunologia
specifica può essere un salvavita in caso di allergie al veleno
degli imenotteri. Con il tempo induce la
tolleranza all’allergene a cui si è sensibili
I protocolli dei «vaccini» L’immunoterapia oggi prevede protocolli molto precisi, che durano come minimo due o tre anni, ma spesso si protraggono per cinque, ed è molto più sicura rispetto al passato, quando si avevano “miscele” di allergeni non purificate quanto quelle attuali. «Possiamo identificare la molecola a cui è allergico ciascun paziente: nel polline di parietaria, ad esempio, ci sono una quindicina di allergeni diversi; riconoscere quello che provoca le reazioni nel singolo caso significa fare una terapia davvero specifica e quindi più efficiente.— interviene Massimo Triggiani, presidente Siaic —.
L’immunoterapia si puòintraprendere negli allergici al veleno di imenotteri, ai pollini e agli acari dellapolvere, mentre siamo più indietro sulle allergie ai cibi. La scelta del vaccino,la via di somministrazione (attraverso iniezioni settimanali dal medico ocompresse orodispersibili quotidiane, ndr) e il calendario della terapia, chenel caso di allergia a pollini può essere somministrata prima o durante lastagione “critica”, dipendono dal tipo e dalla gravità dell’allergia e dallecaratteristiche del paziente». Tuttora però l’immunoterapia è poco diffusa:secondo le stime Siaic la fa meno del 50 per cento dei pazienti che netrarrebbero beneficio. «Succede perché purtroppo in molte Regionil’immunoterapia non è ancora rimborsata: per alcuni i 400-
500 euro all’annonecessari per la cura sono un ostacolo insormontabile» conclude Bernardini.
Corriere
della sera, 7 aprile 2014
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