Broccoli,
cavoli e le altre crucifere (o brassicacee) sono fra i primi ortaggi
a essere citati quando si parla di prevenzione dei tumori. Anche in
una recente analisi di studi precedenti, condotta da ricercatori
australiani, e appena pubblicata su Nutrition
and Cancer,
il consumo di ortaggi di questa famiglia (e dei broccoli in
particolare) è risultato inversamente associato al rischio di tumore
del colon.
Ma
a che cosa è dovuto il ruolo protettivo di
questo tipo
di verdura? «Innanzitutto al contenuto di glucosinolati,
composti contenenti zolfo e azoto - commenta Gina Rosalinda De
Nicola, esperta di nutraceutica del Consiglio per la ricerca e la
sperimentazione in agricoltura (CRA-CIN, Bologna) -. In seguito ai
processi di masticazione i glucosinolati si trasformano (per azione
dell’enzima mirosinasi contenuto anch’esso nel vegetale ) in
isotiocianati bioattivi responsabili delle proprietà benefiche. Per
arricchire la dieta di isotiocianati si può ricorrere ai tanti
ortaggi della famiglia delle crucifere: rape, broccoletti, cavoli
(come la verza, il cavolo cappuccio, il cavolfiore, i cavolini di
Bruxelles, il cavolo nero toscano), ravanelli, rucola, rafano, o al
più esotico daikon, ma anche ai loro germogli (reperibili nei negozi
specializzati ma facili da produrre in casa a partire da semi),
anch’essi naturali, semplici e genuini, già largamente consumati
nel nord Europa».
Variare
è, come sempre, una buona regola,
anche perché le sostanze utili (i glucosinolati, ma non solo) sono
presenti in quantità diversa nelle diverse crucifere. Non tutti però
gradiscono il sapore degli ortaggi di questa famiglia e questo è
ancora più vero per chi
ne avverte di più il gusto amaro. Come favorirne, dunque, il consumo? Dalla ricerca giungono interessanti suggerimenti. In uno studio, pubblicato sul Journal of the Academy of Nutrition and Dietetic condotto negli USA su 150 bambini, di cui il 70% era particolarmente sensibile al sapore amaro, si è osservato che quando i broccoli venivano offerti crudi come snack, i bambini sensibili all’amaro ne consumavano l’80 % in più se potevano intingerli in salse varie, anche in versione “light” con pochi grassi. In un altro studio, pubblicato su Food Quality and Preference e condotto sempre su bambini , si è osservato , ancora per i broccoli, che una cottura “giusta”, né troppo lunga né troppo breve, era ancora più importante della modalità di preparazione nel determinarne il gradimento.
ne avverte di più il gusto amaro. Come favorirne, dunque, il consumo? Dalla ricerca giungono interessanti suggerimenti. In uno studio, pubblicato sul Journal of the Academy of Nutrition and Dietetic condotto negli USA su 150 bambini, di cui il 70% era particolarmente sensibile al sapore amaro, si è osservato che quando i broccoli venivano offerti crudi come snack, i bambini sensibili all’amaro ne consumavano l’80 % in più se potevano intingerli in salse varie, anche in versione “light” con pochi grassi. In un altro studio, pubblicato su Food Quality and Preference e condotto sempre su bambini , si è osservato , ancora per i broccoli, che una cottura “giusta”, né troppo lunga né troppo breve, era ancora più importante della modalità di preparazione nel determinarne il gradimento.
Corriere
della Sera, 5 marzo 2014
Nessun commento:
Posta un commento