La carenza di ferro nei bambini

l minerale è uno dei nutrienti essenziali per la crescita, ma fin dai primi mesi di vita 8 neonati su 10 ne ricevono troppo poco

di Vera Martinella
  Lo scorso dicembre l’Organizzazione mondiale della sanità aveva lanciato l’allarme anemia : un miliardo e 600 milioni di abitanti del pianeta (primi fra tutti donne e bambini) rischiano per le conseguenze della carenza di ferro nell’organismo. In un recente approfondimento su Corriere Salute è stato spiegato quando è necessario curare il
sangue e le principali cause dell’anemia “ferropriva” negli adulti , come è possibile ripristinare il ferro e quanto è possibile ottenere semplicemente con una dieta equilibrata . «Ma la carenza di ferro, uno dei nutrienti essenziali per la crescita, è una grande debolezza anche fra i bambini italiani e otto su dieci ne soffrono sin dai primi mesi di vita» dice Andrea Vania, responsabile del Centro di Dietologia e Nutrizione Pediatrica del Dipartimento di Pediatria della Sapienza Università di Roma.

    Bambini carenti di ferro
  Gli esiti dello studio Nutrintake, realizzato su un campione di 400 bambini italiani dai 6 ai 36 mesi, 200 residenti a Milano e 200 a Catania, con l’obiettivo di svelare cosa finisce davvero nei loro piatti e gli errori più comuni, hanno indicato che la quasi totalità dei lattanti (fino al primo anno di vita) e l’80 per cento dei piccoli sopra i 12 mesi non copre il fabbisogno
quotidiano di ferro necessario al loro sviluppo. Secondo una recente opinione espressa dall’autorità europea per la sicurezza alimentare (l’Efsa ) il deficit di ferro riguarda molti Paesi in Europa «e anche in Italia è una carenza spesso sottovalutata e non sempre riconosciuta», commenta Vania. Dallo studio è invece emerso un eccesso di zuccheri semplici nel menù dei bebé e che sotto i 12 mesi un neonato su due assume il doppio del fabbisogno di proteine raccomandato. E , sopra l’anno, sempre la metà dei piccoli ne assume quasi tre volte di più. Già prima del primo anno d’età inizia poi l’abitudine di salare le pappe e a 18 mesi il 50 per cento dei bambini ne consuma oltre la quantità più alta raccomandata»

Le conseguenze
Il ferro è un micronutriente indispensabile per la crescita sana dei bimbi, perché necessario al corretto sviluppo di differenti funzioni biologiche: è infatti correlato allo sviluppo delle facoltà cognitive e comportamentali e ha una forte influenza sul corretto funzionamento del sistema nervoso centrale. Situazioni di irrequietezza, scarsa reattività e performance intellettive ridotte sono manifestazioni di un anomalo sviluppo neuromotorio, che potrebbe essere causato – fra l’altro – da un insufficiente apporto di ferro. Oltre all’alterazione delle funzioni cerebrali, è stato anche dimostrato che la carenza di questo elemento diminuisce la capacità di resistenza alle infezioni e può influire sulla velocità di crescita, riducendola. Ma come si spiega questa grande carenze nei bimbi italiani? «Il ferro è un elemento nutrizionale tanto fondamentale per lo sviluppo quanto difficile da “catturare” – risponde Vania -. È caratterizzato infatti da un metabolismo complesso che ne prevede l’assorbimento preferibilmente quando connesso a determinati nutrienti. Alcuni alimenti sono infatti ricchi di ferro ma non lo cedono facilmente all’organismo e altri invece ne inibiscono l’assorbimento. È importante quindi saper scegliere gli alimenti corretti».

  Dieta «ferrea»
  Secondo l’esperto si possono aiutare i bambini a raggiungere il fabbisogno di ferro necessario seguendo alcune semplici regole, come prediligere l’allattamento al seno almeno per i primi 6 mesi di vita del bambino (come raccomanda l’Organizzazione mondiale della sanità). In mancanza del latte materno, scegliere, in accordo col pediatra, il latte per l’infanzia più adatto alle esigenze nutrizionali delle diverse fasi di crescita del bambino. Non introdurre il latte vaccino come bevanda lattea principale prima dei 12 mesi, perché povero di ferro. Dopo l’anno il latte rimane un alimento fondamentale per il bambino, all’interno di una dieta varia ed equilibrata: sentito il parere del pediatra, si può scegliere il latte di crescita, che tra l’altro, è arricchito in ferro e può aiutare ad ottimizzarne l’apporto. In seguito, rispettando le quantità suggerite, si deve introdurre la carne e alternarla con il pesce, entrambi ricchi di ferro altamente biodisponibile. Quando possibile, bisognerebbe poi associare la vitamina C ad alimenti ricchi di ferro per migliorarne l’assorbimento (ad esempio, spremere del succo di limone sulla carne e ancor più sulle verdure, data la minore biodisponibilità del ferro in queste ultime). Mentre andrebbero evitati i “mix” che inibiscono l’assorbimento del ferro (ad esempio meglio non abbinare alimenti ricchi di calcio, come il latte, o di fibre, come i cereali integrali, alla carne; preferire i legumi secchi a quelli freschi; non dare tè ai pasti). E dopo i 12 mesi si può favorire l’uso delle piante aromatiche, tipiche della cucina mediterranea, nel condimento, quali timo, rosmarino, menta, che sono ricche in ferro.

Corriere della Sera, 8 marzo 2014






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