Bambini, i trucchi per farli mangiare sano

I bimbi hanno gusti difficili: come convincerli a mangiare le verdure e a non rimpinzarsi di schifezze? Il decalogo dei pediatri americani


  Una lotta. Senza mezzi termini, spesso è proprio una vera battaglia quella che si combatte attorno al tavolo da pranzo quando in casa ci sono bambini: difficile convincerli a mangiare frutta e verdura, complicato far capire loro le poche, basilari regole del mangiar sano. Come far capitolare di fronte a insalata e carote anche il più schizzinoso dei pargoli? I pediatri americani hanno appena stilato un decalogo, a detta loro infallibile, pubblicato sul sito dell’American Heart Association: non è un caso, perché un bimbo che non impara a nutrirsi in modo corretto può diventare un adulto con uno stile di vita sbagliato, che più
facilmente andrà incontro a problemi di salute.

  REGOLE - Quali sono allora le regole d’oro per non cedere le armi quando alla sera, stanchi dopo una giornata di lavoro, l’ultima cosa di cui si avrebbe voglia è lottare perché i nostri figli mangino un po’ di verdura? La prima “legge” è introdurre cibi sani all’interno di piatti che il bimbo già conosce e apprezza: se ad esempio il piccolo mangia con gusto il risotto lo si può arricchire con pezzettini di verdura, se le patate al forno sono gradite si possono aggiungere nella teglia bocconcini di pomodoro o altri vegetali. Poi, può essere una buona idea coinvolgere i bambini il più possibile nella preparazione dei pasti, fin dall’acquisto degli ingredienti: se infatti sanno di aver dato un contributo ai piatti proveranno ad assaggiarli più volentieri. Terza e semplice regola, non acquistare i cibi che non vorremmo far mangiare ai bambini: se in casa non ci sono sacchetti di patatine,
merendine, bevande zuccherate i figli inevitabilmente dovranno farne a meno. «In caso di fame, se proprio non riescono ad aspettare di arrivare al pasto, mangeranno quello che c’è: una carota, una mela. Un’altra buona regola è proprio quella di lasciare a disposizione dei bambini, in casa, cibo che possono mangiucchiare liberamente: ai piccoli piacciono gli snack, basta far sì che ne abbiano sotto mano soltanto di salutari», raccomandano gli esperti.

  TRUCCHI - Un altro “trucco” per dare ai figli buone regole di alimentazione è stabilire orari precisi per i pasti e attenervisi: «I bambini amano la routine - spiegano gli statunitensi -. Se imparano che possono avere il cibo solo in determinati orari e non al di fuori dei pasti e delle merende, sarà più facile evitare che si abituino a introdurre calorie di troppo in modo incontrollato durante l’arco della giornata». È buona norma, quindi, aggiungere colore al piatto: mangiare verdure di diversi colori aiuta infatti a fare il pieno di nutrienti essenziali e può essere insegnato come un “gioco” ai più piccolini (con i grandicelli già abituati a schifare insalata, carote e pomodori, invece, è un trucco destinato al fallimento). «Un’altra buona regola è non esagerare nel salutismo a tutti i costi: un po’ di gelato o dei biscotti non fanno male - avvertono gli esperti -. Eliminare tutte le golosità può essere controproducente: alla prima occasione in cui potrà mangiare ciò che a casa gli viene proibito, il bambino quasi certamente tenderà a esagerare. Bisogna insegnare ai figli la moderazione, spiegando che anche un cibo non proprio sanissimo può essere parte della dieta, sporadicamente». Il decalogo prosegue ricordando che è bene non mangiare mai davanti alla televisione perché i bimbi, distratti dalle immagini, non si rendono bene conto se sono sazi o meno e finiscono per mangiare più del dovuto. Inoltre, sì a porzioni adeguate e no alla regola del “piatto pulito” per cui i bambini devono finire tutto ciò che è stato loro servito: mangiare anche quando non si ha più fame è uno dei motivi principali per cui si introducono troppe calorie e i bimbi, se non li forziamo, sanno invece capire assai bene quando sono sazi. «Infine, la regola più importante: i genitori devono essere un buon esempio per i loro figli, perché questi imparano per imitazione. Non ci si può aspettare che un bambino mangi l’insalata se noi siamo i primi a non toccarla», concludono gli esperti.

Corriere Della Sera, 3 gennaio 2014





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