Troppe proteine e troppi

Troppe proteine e troppi zuccheri Manca il ferro e scarseggiano le fibre

 
Contrordine: fra Nord e Sud non sembrano esserci grosse differenze nelle dimensioni dei bebè da 6 a 36 mesi e nel monte calorie che assumono quotidianamente. A entrambe le latitudini si mangiano pappe salate, nella dieta figurano troppe proteine, zuccheri semplici, grassi saturi, mentre si registra un deficit di ferro. In generale la situazione alimentare dei bimbi peggiora con l’aumentare dell’età. Dopo i 9 mesi, e ancor
di più dopo i 12, a tavola vengono considerati `piccoli adulti´, con dieta uniformata a quella del resto della famiglia. È la fotografia scattata dallo studio Nutrintake, realizzato su un campione di 400 bambini italiani dai 6 ai 36 mesi, 200 residenti a Milano e 200 a Catania. Obiettivo: svelare cosa finisce davvero nei loro piatti e gli errori più comuni.

  Gli esperti sono entrati nelle cucine delle mamme italiane, arruolate attraverso 11 pediatri di libera scelta, e con 4 dietiste hanno guardato con una `lente di ingrandimento´ nella dieta del bebé calcolando l’introito di energia e poi ciascun nutriente. I dati sono stati inseriti all’interno di un maxi database che ora conta 44 mila `food record´, costruito con due ingegneri informatici e un esperto dedicato. I risultati di questo complesso lavoro, coordinato da un board scientifico, hanno sorpreso gli stessi pediatri coinvolti nello studio.

  Dallo studio è emerso che «sotto i 12 mesi un bambino su due assume il doppio del fabbisogno di proteine raccomandato. Sopra i 12 mesi sempre il 50% dei piccoli ne assume quasi tre volte di più. Già prima dell’anno di età inizia l’abitudine di salare le pappe. E a 18
mesi il 50% dei bambini ne consuma oltre la quantità più alta raccomandata», elenca oggi durante un incontro a Milano Gianvincenzo Zuccotti, direttore della clinica pediatrica dell’ospedale Luigi Sacco - università degli Studi di Milano, che è nel board scientifico della ricerca. E ancora: «Abbiamo osservato un eccesso di zuccheri semplici nel menu dei bebé. Sotto i 12 mesi praticamente tutti i bambini consumano il limite massimo raccomandato di zuccheri. Sopra l’anno tutti lo superano». Carente invece l’apporto di ferro: «Prima dei 12 mesi praticamente nessuno raggiunge il fabbisogno raccomandato e dopo l’anno di vita l’80% dei bimbi». Registrato anche un deficit di fibre nella maggior parte del campione. Il lavoro sui dati raccolti non si ferma, perché ora gli esperti sono al lavoro per identificare gli alimenti e le abitudini a cui sono imputabili questi eccessi e carenze nella dieta.

  Per raccogliere le informazioni le dietiste hanno avuto due incontri con le mamme a distanza di 15 giorni, poi è scattato il lavoro sul diario alimentare compilato per una settimana. «Abbiamo dovuto `sezionare´ ingrediente per ingrediente ogni piatto. Ma possiamo dire che ad oggi non esiste un database così dettagliato su questa fascia d’età», spiega Giorgio Bedogni, coordinatore dell’Unità di epidemiologia clinica al Centro studi fegato di Trieste. Nel confronto fra Nord e Sud nessuno esce vincitore. «La differenza è insignificante: 16 calorie», spiega Bedogni. E nel dettaglio, per i bimbi milanesi è stato rilevato un deficit maggiore di ferro, mentre per i catanesi una maggiore carenza di fibre. Lo sbilanciamento verso le proteine (in alcuni diari alimentari figurano super porzioni di carne da 100 grammi per bimbi di 6 mesi), i grassi saturi, gli zuccheri, il sale, era invece trasversale. «Dobbiamo ora approfondire le cause - spiega Zuccotti - Sul deficit di ferro ipotizziamo che incida l’abitudine di introdurre troppo presto il latte vaccino». L’uso precoce del latte fresco di centrale al posto del formula già prima dei 12 mesi di vita, «è un dramma soprattutto italiano». Così lo definisce il presidente della Società italiana di nutrizione pediatrica (Sinupe) Marcello Giovannini, che invoca «il diritto dei bambini a essere allattati al seno. Un diritto che va agevolato, soprattutto in un momento di crisi economica come quello che stiamo attraversando».

  In agguato, con un’alimentazione squilibrata nei primi mesi di vita, il sovrappeso e l’obesità infantile che, secondo dati ministeriali, nel nostro paese raggiungono percentuali rispettivamente del 22% e del 10%, con punte di oltre il 40% al Sud. L’analisi degli alimenti chiarirà alcune dinamiche. Per esempio all’eccesso di proteine potrebbero concorrere anche l’uso scorretto di altri cibi oltre la carne, come l’abitudine di abbinare carne e parmigiano reggiano nella stessa pappa, fanno presente gli esperti. Sull’alimentazione per i piccoli il ministero della Salute ha avuto un tavolo tecnico con le food company. «Stiamo riprendendo un documento elaborato in quel contesto per arrivare a una riformulazione dell’alimentazione per la prima infanzia e fino a 12 anni - spiega Silvio Borrello, direttore generale per l’Igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del ministero della Salute - Siamo al lavoro anche sulla comunicazione. La parola d’ordine è: autoregolamentazione, non si parla di divieti. Ma vorremmo si arrivasse a un traguardo: in fascia protetta niente spot che invogliano a consumare cibi».


La Stampa, 21 settembre 2013

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