Vaccinazioni


Le infezioni dell’infanzia prevenibili: in occasione dell’ok europeo al nuovo
esavalente “pronto per l’uso” un incontro sui rischi “di ritorno” per difterite,
polio, tetano, pertosse, epatite B ma anche morbillo. Il calendario attuale

Quella barriera ci salva dalle epidemie

di Tina Simoniello

  Il mostro dorme ma potrebbe risvegliarsi: dorme, grazie ai programmi vaccinali di prevenzione condotti in Europa. E potrebbe svegliarsi, qualora vi fosse un allentamento degli standard di immunizzazione della popolazione. È la metafora – forte - che ha utilizzato per definire le infezioni dell’infanzia prevenibili con le vaccinazioni Markus Rose, docente di pediatria e responsabile delle Malattie infettive pediatriche al Childrens Hospital dell’università Goethe di Francoforte, in occasione di un media-meeting che si è tenuto a Lione, in Francia, con esperti.

  Si è parlato - più in particolare - di difterite, tetano, poliomielite, epatite B, pertosse e emofilo di tipo b, patologie il cui controllo è considerato prioritario dall’Oms, e i cui vaccini sono inseriti - come previsto anche dall’ultimo Piano nazionale prevenzione vaccinale 2012-2014, nel nostro Calendario delle
vaccinazioni, offerti attivamente e gratuitamente alla popolazione: i primi quattro come obbligatori, gli ultimi due, raccomandati (vedi grafico nella pagina, ndr). E patologie contro le quali c’è una vaccinazione combinata – l’esavalente - che con una sola puntura immunizza contro tutti i sei microrganismi responsabili.

  Di recente è stato autorizzato dall’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali, un nuovo preparato esavalente (Sanofi-Pasteur Msd), l’unico che non necessita di essere ricostituito: è già in forma liquida in una siringhetta pronta per l’uso. A fine anno, probabilmente, in Italia. Le patologie prevenibili con le vaccinazioni si manifestano raramente in Europa: il mostro è addormentato, per tornare alla metafora. Polio, difterite, teta no, pertosse, epatite B, emofilo b hanno l’84 per cento di copertura entro il primo anno di vita, come è raccomandato per arrivare al 96 per cento tra bambini tra i 12 e i 24 mesi. Per morbillo, parotite, rosolia: 86,5 per cento tra 12 e 24 mesi, 73,7 per cento entro i 15 mesi, 90,2 dopo i 15 mesi. Pneumococco: 55,1 per cento.

  Ma, per gli esperti, la guardia non va mai abbassata, neanche da noi. Perché? Gli esempi non mancano. Nel
1995-96 ci fu una epidemia di polio in Albania. E nonostante dal 2002 l’Europa sia considerata polio-free, nel 2010 sono stati segnalati circa 500 casi di poliomielite nella Regione Europea dell’Oms di Kazakistan, Russia, Tajikistan e Turkmenistan (fonte epicentro, Iss). Peraltro «la polio - è sempre Rose a parlare - si registra ancora in Asia e in Africa, con rischi per i viaggiatori non vaccinati. In alcuni paesi europei abbiamo poi rilevato casi di tetano: per esempio in donne anziane con un livello di immunizzazione ridotto, e casi di difterite importati dalla Russia».

  Sono oltre 10 milioni gli europei con epatite B cronica, un’infezione correlabile con la maggior parte dei casi di cirrosi e cancro del fegato, «un fattore di rischio è quindi rappresentato dall’immigrazione da paesi, anche europei, ad alta incidenza per le epatiti». Tra il 2003 e il 2009, sono stati compiuti progressi sostanziali verso l’obiettivo di eliminazione del morbillo dalla regione europea dell’Oms entro il 2010. Ma, dalla fine del 2009, la trasmissione del virus in Europa è aumentata e nel 2011 sono stati registrati focolai in 36 dei 53 Stati membri dell’Unione europea, con un totale di oltre 26 mila casi (fonte Morbidity and Mortality Weekly Report e Weekly epidemiological report, 2011 e Epicentro, Iss). Solo in Francia se ne sono contati 14 mila, principalmente tra bambini più grandi e giovani adulti che non erano stati vaccinati.

  Ecco appunto, “non vaccinati”: in Europa, e anche nel nostro paese, i pediatri registrano uno scetticismo crescente, se non un rifiuto di natura ideologica, delle vaccinazioni. «Ma – conclude Rose - proprio perché la maggioranza della popolazione è vaccinata, in Europa raramente si entra in contatto con le malattie prevenibili con i vaccini. La gente quindi è portata a vedere solo gli effetti collaterali delle vaccinazioni, mentre non percepisce le complicanze delle malattie».

Le conseguenze di un allentamento degli standard di immunizzazione della popolazione

Il caso francese dei non vaccinati tra bimbi e adulti con focolai di virus esplosi nel 2011


la Repubblica, 25 giugno 2013, pag, 30

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