Dalla pappa al cambio di
pannolino. L’idea di un olandese, applaudita anche dalle femministe
Una faccenda da uomini
Manuale per padri (presenti)
che non vogliono fare i mammi
di Monica Ricci Sargentini
tradotta in inglese, tedesco, cinese e portoghese. «Il mio scopo — spiega l’autore al britannico Times — è essere genitore in maniera maschile. Ci sono papà che sono gelosi della moglie che può allattare. Niente di più assurdo. Io dico: sei un uomo, sii un uomo. Resta un uomo anche mentre fai il padre. Questo è il tema del mio libro».
Hanssen è un giornalista che scrive per
riviste come Playboy e Men’s Health. Quando è diventato padre è rimasto stupito
dalla scarsità di materiale presente sul mercato: «Mi ricordo — ha raccontato
al Times — di aver trovato un libro scritto da un inglese che dava consigli del
tipo "non lasciate mai il neonato fuori dal supermercato" ma questo
io già lo sapevo, mica avevo bisogno di leggerlo su un manuale!». L’alternativa,
spiega sempre Hanssen, erano testi scritti più per le madri che per i padri:
«Noi
maschi non abbiamo il baby blues o i cambiamenti del pavimento pelvico,
quello che mi serviva erano informazioni su come diventare un papà presente».
Così alla nascita della prima figlia Rosa,
Hanssen lancia il sitoweb IkVader (IoPapà) in cui fornisce notizie, giochi e
anche un forum mirati ai neopapà. «Ho scelto la metafora del management — ha
spiegato — usando termini come prodotto, input, output per attirare gli uomini.
Se usi la parola accudimento il genere maschile passa oltre, pensa che sia una
cosa da donna. Per loro è più facile dire: "Mi sto occupando
dell’output" piuttosto che "Sto cambiando un pannolino"».
Certo a leggere le istruzioni viene da
sorridere perché Hanssen tratta veramente il bambino come se fosse un prodotto.
Per esempio nella sezione Come portare in giro il neonato spiega: «Il tuo bebè
non può andare da nessuna parte senza il tuo aiuto Ecco come attivare la sua
modalità mobile». E poi continua: «Verticalmente: metti una mano sotto il collo
e la testa e l’altra a sostenere la schiena e il sederino. Tira su il bambino
al petto».
Il cambio del pannolino, poi, viene descritto
come una vera e propria battaglia campale. Visto dal libro sembra un’impresa difficilissima.
L’autore prima di tutto dà istruzioni minuziose sulla «superfice di lavoro» su
cui si compirà la manovra: «Deve essere piatta, morbida, lunga almeno 76
centimetri, profonda 55 e alta 106. Assicuratevi che sporga un po’ in fuori in
modo che voi possiate metterci i piedi sotto». E poi le raccomandazioni sulla
sicurezza: «Non lasciate mai solo il bebè sulla postazione, state attenti che
non ci sia nulla che possa prendere con le mani come una corda, un libro o una
maniglia». Prima di accingersi al cambio dell’output, cioè del materiale
fuoriuscito, bisogna avere con sé: salviettine umidificate (solo dopo le
quattro settimane perché contengono alcol e possono irritare la pelle!),
batuffoli di cotone, crema, tanti
pannolini (perché non uno solo?). A questo punto, dopo essersi lavati le
mani, si può iniziare: mettere il bambino a pancia in su, aprire il pannolino,
tirare su i piedini del piccolo, pulire (dal basso verso l’alto per i maschi,
al contrario per le femmine) e così via.
Più
telegrafici i consigli sul pianto, tenendo presente, avvisa l’autore, che il
«neonato viene al mondo con una sola ma efficace possibilità di comunicare:
fare un grande baccano». L’abilità del papà sta nel capire il perché e nel
trovare il rimedio giusto. Ha fame? «Dargli il latte». È sporco? «Cambiare il
pannolino». Ha mal di stomaco? «Fargli fare il ruttino o metterlo a pancia in
sotto». È solo? «Fornirgli contatto fisico». Il successo del manuale è stato
tale che il giornalista ha già scritto un altro libro: «La gestione della
gravidanza per uomini», e ora si sta cimentando con «La gestione dei bambini ai
primi passi per uomini». Per l’autore la soddisfazione più grande è stata
ricevere le lodi della rivista femminista olandese Opzij che l’ha eletto «uomo
modello» dei Paesi Bassi.
Il
linguaggio
Età Nome «La metafora del
management funziona: se usi la parola accudimento, i maschi passano oltre»
Corriere della Sera, 18
maggio 2013, pag, 47
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