Qualità, prezzo e protezioni così si sceglie un dentifricio

Sfida continua nei supermercati e in farmacia con costi da 1 a 10 euro. I consigli e l’ok dei dentisti  Andi: “Meglio marchi conosciuti”. Un test sui componenti assai contestato

di Valeria Pini

  Decine di scatole di dentifrici sugli scaffali di farmacie o supermercati. Marche diverse promettono sorrisi smaglianti e un’igiene orale a prova di dentista. C’è quello per prevenire le carie, per proteggere le gengive, l’antibatterico o lo sbiancante. Il Mese della salute orale è l’occasione per capire come usare il dentifricio, come sceglierlo e soprattutto se è veramente utile. «Non se ne può fare a meno perché le sostanze contenute nella pasta sono attive sia nella protezione dello smalto che nel contrastare la formazione della placca», spiega Carlo Ghirlanda, segretario culturale dell’Associazione nazionale dei dentisti italiani (Andi). Il giornale Il Salvagente ha analizzato 13 diverse confezioni di dentifricio di marche diverse per capire che cosa si nasconde in questi prodotti.

 Contengono abrasivi, conservanti, emulsionanti, coloranti. Ma dietro la sensazione di freschezza anche ingredienti indesiderabili come parabeni e triclosan. Quest’ultimo, ad esempio, è presente in 4 marche: Pasta del Capitano, Mentadent, Az e Colgate. Su questo punto Mentadent replica che la normativa europea approva una concentrazione pari allo 0,3% di triclosan. Stessa risposta da Colgate che precisa: la sicurezza dei prodotti è supportata “da 80 studi scientifici su un campione di 19.000 persone a livello internazionale”. «Si tratta di concentrazioni molto basse che non sono pericolose — tranquillizza Ghirlanda — Anche il fluoro, spesso al  centro di polemiche soprattutto per quanto riguarda i bimbi, è presente in dosi che non presentano controindicazioni. Fra l’altro la composizione dei prodotti è sottoposta ai controlli previsti per legge. In alcuni casi l’Andi è coinvolta nei test e su alcune scatole c’è scritto: “Verificato da Andi”. È una garanzia».


  L’altra questione è il prezzo dei prodotti e se vale la pena spendere di più. Fra i più cari c’è Weleda, il migliore nel test de il Salvagente. Resta da capire come mai alcuni dentifrici sono molto più costosi: si va da poco più di 1 euro fino a 10 euro. «Tutti i dentifrici sono simili. Possono avere componenti diverse, ma il meccanismo con cui funzionano è simile», dice Ghirlanda. «Conviene comunque — aggiunge Nicola Pignatelli, dentista ed ex presidente Andi Lazio — affidarsi ai marchi riconosciuti. Le multinazionali svolgono le ricerche più avanzate e sono loro ad aver inventato i dentifrici al fluoro e antitartaro».

 C’è poi la questione delle diverse funzioni dei dentifrici: “contro le carie”, “per proteggere smalto o gengive”. «Sono tutti coadiuvanti utili. Alcuni sono più sbiancanti, altri più antibatterici, altri più efficaci nell’aggredire la
placca. Il dentifricio però — conclude Ghirlanda — non è la panacea di tutti i mali. È fondamentale spazzolarsi nel modo corretto i denti, lavarli sempre dopo i pasti e andare ogni sei mesi dal dentista».

Cosa si nasconde in questi prodotti?

Attenti alle sostanze potenzialmente nocive

la Repubblica, 12 marzo 2013, pag, 38

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