Diario di una madre qualunque
Mamma mondo
“Signora, l'allattamento al seno è importante
per il bambino. Lo attacchi a richiesta, non più di tre minuti per parte”. Ma qualunque
mammifero femmina sa che per i primi minuti il bebè “munge” il seno senza
ricevere una goccia. Il perfetto, ma temibile meccanismo della lattazione, non
è roba per gente che ha fretta. Quelle indicazioni saranno state utili in una
delle esperienze più belle, ma a volte più frustranti di una neomamma? Il bebé,
staccato dal seno quando appena qualche goccia cominciava a stillare, forse
avrà insinuato il fatidico dubbio nella mamma già provata: “Il mio latte gli basterà?”
E poi il piccolo arsenale degli orrori: bilance, doppia pesata, tisane
disgustose, tiralatte e infine la “giunta”. Il bimbo a quel punto si chiede
perché faticare a ciucciare il seno, quando c'è un arnese da cui qualcosa viene
giù senza sforzo. Allattamento addio. Poi c'è l'altra indicazione: “a richiesta”.
Anche lì il tranello è in agguato. Qualunque neonato starebbe attaccato al seno
tutto il giorno, riducendo la poveretta a un ciuccio umano in attesa di brevetto,
senza più pace.
Una china che le farebbe riconsegnare il
fagotto alla prima cicogna in transito oppure benedire le milionarie - non a
caso - multinazionali del latte, qualunque nefandezza abbiano compiuto. Forse
basta specificare che
nessun individuo ha bisogno di nutrimento a ciclo
continuo, nemmeno a poche settimane. Rassicurare la mamma: tra una poppata e
l'altra il piccolo organismo deve avere il tempo di digerire e di imparare
altri modi per confortarsi e/o addormentarsi. Poi altre trappole: gli orari
“rigidi” e la mastite in agguato, l'ingorgo mammario, la vicina che butta lì che
forse il latte “è diventato acqua”. L'allattamento non è roba per gente
ansiosa: si rischia il reparto psichiatrico. Ma protegge il bambino con gli
anticorpi della mamma, non inquina, non costa, fa crescere forti e meno esposti
alle malattie. Il latte della mamma è sterile, caldo al punto giusto, tarato su
quel bambino e sulle fasi della sua crescita: la natura sa quello che fa.
Basterebbe aiutare le mamme che vogliono provarci, ricordare che la specie
umana è andata avanti parecchio prima di inventare il latte artificiale. E che,
a volte, piccoli gesti sono una vera rivoluzione.
Il Fatto Quotidiano, 22
ottobre, 2012, pag, 15
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