Teneri i cuccioli. Vederli
in tv vestiti da donnine e ometti, cantare e danzare e parlare e atteggiarsi da
donnine e ometti. L’audience s’impenna, una lacrima di commozione scivola sulle
guance degli adulti... È la trappola perfetta. Martina M. Cartwright,
nutrizionista e professore a contratto presso l’Università dell’Arizona, ha
seguito da vicino i tanti concorsi e reality con bambini della tv americana, in
particolare "Toddlers & Tiaras". Alla fine ha pubblicato uno
studio sul "Journal of American Academy of Child and Adolescent
Psychiatry". Le conclusioni sono sconfortanti e confermano quanto da tempo
pensiamo e scriviamo e denunciamo (invano):
lo scopo dei programmi ha poco a
che fare con i bambini e soddisfano quasi soltanto i genitori: «Alcuni di loro
competono "per procura", senza badare ai rischi corsi dai figli». Che
si ritrovano agghindati con parrucche, perfino denti falsi e autoabbronzanti,
indotti ad assumere atteggiamenti innaturali, da adulti. Dietro le quinte,
«lacrime e collera erano comuni». In
tv, però, soltanto sorrisi.
Avvenire, 4 novembre 2012
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