Bimbi Capricciosi. Tema dei Pediatri

di Giuseppe Del Bello

  Disobbedisce, protesta, elude qualsiasi regola. Oppure strepita e dice sempre no. È il bambino capriccioso, quello che fa disperare papà e mamma E loro, spesso, si preoccupano troppo. Temono che sia predisposto alla violenza e, anche, di non essere essi stessi all’altezza del ruolo. Dove è la verità? A sentire i pediatri che si sono recentemente riuniti a Caserta per il congresso  della Società italiana di Pediatria preventiva e sociale, non c’è motivo di allarmarsi. Dice il presidente Giuseppe Di Mauro: «I primi “no” sono una manifestazione tipica di quasi tutti i bimbi tra due e tre anni quando iniziano a confrontarsi con il mondo» È importante però stabilire alcune regole. Leo Venturelli, pediatra Sipps, consiglia di non assecondare il piccolo e di non cedere alle sue pretese Esempio tipico è quello delle mamme che hanno ripreso da poco il lavoro: tendono a concedere tutto al piccolo pur di conquistare il suo affetto E se si è troppo permissivi?

  «Se non si interviene, il bambino viziato avrà problemi, specialmente in età scolastica: sarà poco accettato dai coetanei e mal sopportato dagli insegnanti». Quali regole seguire? «Poche, ma da rispettare. Per esempio, stare nel seggiolino in auto, non picchiare gli altri bambini, andare a dormire e alzarsi dal letto all’ora giusta» E se
piange? «Aspettatevi che lo faccia, distinguete tra necessità e desideri. Se piange per capricci meglio ignorarlo. Ma il comportamento capriccioso non sempre è colpa del bambino. In alcuni casi, la responsabilità è proprio dei genitori. «Dietro un bimbo che fa capricci», sottolinea Raffaele Arigliani, direttore del Counselling italian medical research, «vi sono talvolta genitori che devono rivedere qualcosa nella relazione con il piccolo». Lo specialista fa l’esempio di due mamme davanti al supermercato La prima dice “Comportati come si deve ché poi ti do un premio”, a seconda si limita a informare il piccolo: “Compreremo solo una delle cose che mi indicherai Puoi scegliere solo una cosa Ovviamente a condizione che rimanga vicino a me e che mi dia sempre la mano, sei d’accordo?”

  Nel discorso della prima si legge il ricatto, in quello della seconda riconoscimento, coinvolgimento e stima»

La Repubblica, 25 settembre 2012, pag, 34 

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