I pediatri: meglio una
famiglia normale
di Bice Benvenuti
Basta con le banalità e le facili
semplificazioni a proposito delle adozioni agli omosessuali. La confusione
mediatica di questi giorni, anche causate delle dichiarazioni del sindaco di
Milano Pisapia, poi in parte smentite, rischiano di diffondere «informazioni
superficiali e fuorvianti». L’allarme arriva dal presidente della Società italiana di
pediatria preventiva e sociale (Sipps) «Siamo preoccupati perché i media parlano
dell’argomento con troppa leggerezza. Invece l’argomento – osserva il presidente
Giuseppe Di Mauro – è molto delicato e andrebbe valutato con maggiore rigore
scientifico, soprattutto per le ripercussioni che comporta sulla crescita e lo
sviluppo del bambino».
Gli studi sulle coppie omosessuali che hanno
adottato bambini – nei Paesi dove esiste questa possibilità – sono numerosi ma
la maggior parte, su campioni piccoli e non rappresentativi, sono stati
realizzati con la finalità dichiarata di sostenere liceità e opportunità delle
unioni gay.
I dati a cui di solito fanno riferimento i
sostenitori delle adozioni omosessuali sono quelli relativi a 59 piccoli studi
analizzati nel 2004 dall’American psychological association (Apa) da cui risulta
che i figli di genitori gay o lesbiche non sono svantaggiati rispetto a quelli di coppie eterosessuali. Si
tralascia però di riferire che questo studio è stato successivamente screditato
da una buona parte della comunità scientifica e dall’ex presidente della stessa
Società Scientifica. Infatti, proprio a luglio di quest’anno, lo studio di
Loren Marks pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica "Social science research" ne ha dimostrato l’invalidità: la ricercatrice della Lousiana State University ha analizzato i 59 studi citati dall’Apa, dimostrando che questi mancano di un campionamento omogeneo e di gruppi di confronto e mostrano molte lacune: dati contraddittori, mancanza di anonimato dei partecipanti alla ricerca, portata limitata degli esiti dei bambini studiati, scarsità di dati sul lungo termine. La conclusione, secondo Loren Marks, è che le affermazioni dell’Apa non sono giustificate. Successivamente, è stato proprio l’ex presidente dell’American psychological association, lo psicologo Nicholas Cummings, a prendere le distanze dallo studio:«L’Apa ha permesso che la correttezza politica trionfasse sulla scienza, sulla conoscenza clinica e sull’integrità professionale».
Loren Marks pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica "Social science research" ne ha dimostrato l’invalidità: la ricercatrice della Lousiana State University ha analizzato i 59 studi citati dall’Apa, dimostrando che questi mancano di un campionamento omogeneo e di gruppi di confronto e mostrano molte lacune: dati contraddittori, mancanza di anonimato dei partecipanti alla ricerca, portata limitata degli esiti dei bambini studiati, scarsità di dati sul lungo termine. La conclusione, secondo Loren Marks, è che le affermazioni dell’Apa non sono giustificate. Successivamente, è stato proprio l’ex presidente dell’American psychological association, lo psicologo Nicholas Cummings, a prendere le distanze dallo studio:«L’Apa ha permesso che la correttezza politica trionfasse sulla scienza, sulla conoscenza clinica e sull’integrità professionale».
L’unico studio che ha attualmente una
riconosciuta validità è quello del sociologo dell’Università del Texas Mark
Regnerus. Pubblicato nel 2012, il testo vanta un impianto metodologico inedito quantitativamente
e qualitativamente, sia perché si basa sul più grande campione rappresentativo
raccolto sul tema (12.000), sia perché per la prima volta fa parlare
direttamente i "figli" (ormai cresciuti) di genitori omosessuali, dimostrando che il 12% pensa al suicidio
(contro il 5% dei figli di coppie etero), il 40% (contro il 13%) è più propenso
al tradimento, il 28% è disoccupato (contro l’8%), il 19% ricorre alla
psicoterapia (contro l’8%). Inoltre i ragazzi che vivono con genitori gay sono
più spesso seguiti dall’assistenza sociale rispetto ai coetanei cresciuti da
coppie eterosessuali sposate. Nel 40% dei casi hanno contratto una patologia
trasmissibile sessualmente (contro l’8%) e inoltre sono genericamente meno
sani, più poveri, più inclini al fumo e alla criminalità.
«I bambini – conclude Di Mauro – hanno una
grande capacità di adattamento, tuttavia, sulla base della letteratura
scientifica disponibile, vivono meglio quando trascorrono l’intera infanzia con
i loro padri e madri biologici, sposati e specialmente quando l’unione dei
genitori rimane stabile a lungo».
Di
Mauro, presidente della Società italiana di pediatria preventiva: troppe
informazioni fuorvianti e superficiali
Avvenire, 28 settembre 2012,
pag, 11
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