L’ultimo si chiama Yuri. È bello, forte, di
una simpatia contagiosa, l’anno prossimo andrà all’asilo. E forse non a caso è
il figlio del presidente della pro loco, quasi uno spot alla vita che continua:
«Venite a trovarci, qui si sta bene». Il problema è che Yuri ha tre anni. Dopo
di lui, nessuno.
Le culle sono vuote, i ciucci non si
vendono, vince la morte. Meugliano, in Val Chiusella, è uno dei comuni italiani
a più bassa natalità. Il dato emerge dall’Atlante dei Piccoli Comuni 2012
elaborato dall’Anci. Salendo fra tornanti, pascoli, boschi di castagni e baite
abbandonate, si capisce il motivo. «Siamo 96 residenti, leggera maggioranza
femminile. Età media sessant’anni. Il paese è bello e vivo. Ma è difficile
mettere in moto il volano dell’entusiasmo e attirare nuove persone: non ci sono
soldi». Il sindaco si chiama Giuseppe Gaido, 60 anni vissuti tutti qui, di
mestiere parrucchiere: «Teniamo le tasse al minimo. Il mio rimborso mensile non
supera i 400 euro, quando la legge mi permetterebbe di arrivare a 1290 lordi.
Non prendiamo gettoni di presenza, si lavora per passione e di idee ne avremmo pure
tante. Per esempio, incentivi per chi ristruttura una casa disabitata. Ma non
possiamo permettercelo».
Diffidenti
Il paese si allarga su una
curva della strada provinciale, dove c’è una bella chiesa antica. Il bar ristorante
gestito da Enrica e Sandrino è uno dei rarissimi locali della zona aperto fino all’una
di notte. Il benzinaio vende anche tabacchi e giornali. Molti piccoli cani
abbaiano correndo lungo le reti di case contadine.
Settecento metri, mezza
montagna. Nuvoloni scuri, aria fresca di temporale: alle sette di sera ci vuole
un maglione. «Siamo della Val Chiusella - dice una signora che si affaccia alla
finestra - conosciamo i nostri pregi e i nostri difetti. Fra i pregi
sicuramente non c’è quello di essere espansivi». Chiusi come la valle che li
protegge.
Dall’altra parte della strada abitano gli
ultimi due arrivati. Adolfo Zanaga e Nunzia Marimaro hanno lavorato a lungo a Cesano
Maderno, vicino a Milano, prima di trasferirsi qui: «L’aria è pulita, si vive
tranquilli. È bello camminare e andare per erbe. Ma è molto difficile farsi
accettare. Abbiamo provato a proporci per fare qualcosa in amministrazione e
siamo sempre stati respinti. Se arrivi da fuori, puoi vivere cent’anni in
questa valle, ma resti uno straniero».
L’unico
bimbo
Meugliano è il paese delle zucche e del lago.
Per arrivarci bisogna salire un sentiero in direzione Brosso. Terra di
partigiani e anarchici, di gente che si è rifugiata al riparo dal frastuono del
mondo. «Ma non viviamo mica in mezzo alla foresta», dice Ezio Ughetti, 36 anni,
imprenditore edile. È lui il padre di Yuri. E se ce l’ha fatta, è stato
soprattutto per passione: «Io e mia moglie ci siamo conosciuti a Chiaverano. Io
suono la tromba, lei il clarinetto, entrambi amiamo la musica. Quando ci siamo
messi insieme, la prima cosa che le ho detto è stata: “Guarda che io sono
proprio un valligiano. Uno di quelli ostinati. Non mi muoverò mai dal mio
paese”. È venuta lei ad abitare qui»
Ci sono diversi cartelli di affitto e vendita
appesi alle facciate. Novanta metri quadrati ristrutturati e arredati nella
piazzetta principale costano 60 mila euro. Alle sette di sera, alla
spicciolata, molti residenti passano al bar. Dietro al bancone si muove
Sandrino Nozari: «Dicono che questa valle sia indietro di trent’anni. Sarà
anche vero, ma a me piace. Però potrebbe essere valorizzata di più. Servono
idee, feste, piccole e grandi iniziative.
Il problema è far uscire di nuovo la gente da casa. Per questo abbiamo deciso
di tenere aperto fino a tardi».
La valle Da cosa nasce cosa, e forse così arriveranno
anche nuovi bambini. Grazie a una luce accesa nella notte, a un bicchiere in
compagnia, al dehors in curva sulla strada principale. Ma se il paese di Meugliano
lotta contro quello che sembra un lento e inesorabile spopolamento, i dati
generali della Val Chiusella non sono poi così negativi. Anzi, i cinque mila
residenti resistono al ricambio generazionale. Dicono le statistiche che se il trend
positivo dovesse continuare, per la prima volta dopo decenni, nel 2017 la
scuola elementare dovrebbe dotarsi della sezione C.
Qualità della vita I
residenti lodano anche le virtù del Comune: soprattutto la qualità della vita e
le bellezze naturali che spingono molti a non andarsene.
La Stampa 8 luglio 2012,
pag, 56
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