Da metà agosto l’esame
prenatale sarà disponibile in Svizzera, Austria e
Germania. Ma esplode la
polemica: «Favorisce l’eugenetica»
di Enza Cusmai
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Ma il suo costo, attualmente, corrisponde a
quello di un’amniocentesi effettuata in uno studio privato. E dunque tanto vale
farsi mandare dalla Svizzera questo test attraverso il proprio ginecologo (o
anche direttamente) e il gioco è fatto: niente più trepidanti attese e scelta
consapevole se tenere o meno un figlio affetto da una grave patologia. Chi è
interessato non deve più aspettare. Il test prenatale da metà agosto sarà commercializzato
in
Svizzera, ma anche in Austria e Germania. Per l’esattezza si chiama PrenaTest ed è stato lanciato dall’azienda tedesca LifeCodexx, che è stata ostacolata prima di questo debutto in società. A giugno, infatti, un giudice tedesco ne aveva bloccato la distribuzione, affermando che si trattava di una «retata contro i bambini down». Dopo una nuova procedura di approvazione, il test è ora pronto a entrare in commercio al costo di 1500 franchi
svizzeri (1200eurocirca)
e le richieste sembrano così tante che l’azienda pensa di aprire un call
center. Esagerazioni? Forse. Ma non si fatica a credere a un eccesso di domanda
visto che con poche gocce di sangue si può ottenere il sequenziamento del
genoma del nascituro presente nel sangue della mamma senza procedure invasive e
pericolose. Ma molti non sanno che anche in Italia il test si effettua senza
troppa pubblicità. Privatamente, ovvio, in alcuni (ancora pochi) centri
specializzati. Uno lo abbiamo scoperto, si chiama «Genoma» ed è diretto dal biologo
Francesco Fiorentino. Che commenta positivamente la diffusione a livello
clinico del test. «Negli Stati Uniti si usa da circa otto mesi e offre ottimi
risultati. È affidabile al 99,9%. Inoltre permette di individuare ben 5 gravi
patologie alla nona settimana di gestazione. È sicuramente il futuro, ormai
presente, della diagnostica prenatale». Ma in Italia si può fare? «Certo, ma
sono pochii centri che selo possono permettere perché serve una strumentazione
particolare, la nextgeneration sequencing, capace di estrarre il dna fetale da un campione di sangue dalla
madre».Svizzera, ma anche in Austria e Germania. Per l’esattezza si chiama PrenaTest ed è stato lanciato dall’azienda tedesca LifeCodexx, che è stata ostacolata prima di questo debutto in società. A giugno, infatti, un giudice tedesco ne aveva bloccato la distribuzione, affermando che si trattava di una «retata contro i bambini down». Dopo una nuova procedura di approvazione, il test è ora pronto a entrare in commercio al costo di 1500 franchi
E mentre sulle analisi selettive la scienza
galoppa, la gente litiga. La Federazione Internazionale delle organizzazioni
della Sindome di Down, per esempio, si è rivolta alla Corte europea dei diritti
dell' omo per «riconoscere e proteggere
il diritto alla vita delle persone con la sindrome di Down». Altre associazioni
di pazienti, invece, sostengono che test
di questo genere «favoriscono l’eugenetica». Ma c’è anche chi avrebbe voluto sottoporsi
a questo esame a tutti i costi. Come quella donna lituana che ha denunciato a gli
stessi giudici europei il proprio medico dopo la nascita di un figlio con la
Sindrome per non averle offerto lo screening prenatale.
SVOLTA
Non è più una speranza per
il futuro ma una certezza per il presente la possibilità di scoprire se il feto
è affetto da sindrome di Down con un test non invasivo, un semplice prelievo di
sangue che potrebbe far dire addio alla amniocentesi
IL
COSTO: 1200 EURO Affidabile al 99%, basta un prelievo di sangue alla nona
settimana
il Giornale, 31 luglio 2012,
pag, 14
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