“Chi li frequenta da piccolo diventa più bravo e creativo”


Secondo l’economista Daniela Del Boca sono un “investimento”

di Daniela Del Boca,

  Daniela Del Boca, professoressa di Economia all’università di Torino, e tra le massime esperte di politiche di welfare del nostro Paese, ha pubblicato poco più di un anno fa il primo (e l’unico) studio in Italia sul rendimento scolastico dei bambini che hanno frequentato un asilo nido. E risultati di questo precoce investimento sul “capitale umano”, verificati a distanza in seconda e quarta elementare, hanno mostrato, senza dubbio, che quei bambini erano non solo più preparati, ma anche più socievoli, autonomi e creativi. Eppure l’offerta dei nidi in Italia resta un goccia nel mare. E adesso, dopo i nidi, ciò che rischia di andare in crisi è la scuola d’infanzia, quel momento tra i 3 e i 5 anni in cui l’apprendimento corre con la velocità della luce.

  Professoressa Del Boca, perché è così fondamentale frequentare la scuola dell’infanzia? 

  «Perché tutto ciò che avviene tra i 3 e i 5 anni è straordinario e irripetibile. All’asilo i bambini imparano a stare insieme, ad ascoltare, ad apprendere, a rispettare le regole, a creare delle relazioni. E quando arrivano in prima elementare sono già in grado di seguire l’insegnante, di concentrarsi. Abilità assolutamente carenti invece in chi non ha frequentato né nidi né asili».

  Dunque bisognerebbe considerare quella dell’infanzia già, quasi, una scuola dell’obbligo?

  «Forse non c’è bisogno di codificarlo, visto che le famiglie italiane già la ritengono tale, se guardiamo gli altissimi tassi di partecipazione scolastica, con oltre 90% dei bambini che frequenta un asilo. Dunque che qualche bambino rischi di restare fuori mi sembra gravissimo».

Oggi una richiesta molto alta di istruzione arriva dalle famiglie immigrate

  «Infatti. Per i figli degli stranieri la scuola dell’infanzia è un momento fondamentale. Per apprendere l’italiano, per uscire dalla cerchia troppo ristretta dei connazionali, per confrontarsi. Ma tutto questo aiuta anche i genitori».

In che senso?

«Sempre di più le famiglie socializzano attraverso i figli, gli immigrati soprattutto. E la scuola è un fantastico punto di incontro. Certo pensare che quel “bene pubblico” che sono gli asili possa essere smantellato è molto triste. E gli effetti sono già evidenti sui nostri ragazzi, sempre più in basso nelle classifiche europee del rendimento scolastico».

  Una palestra per apprendere Imparano a stare insieme, ad ascoltare, ad apprendere, a rispettare le regole, a creare delle relazioni. E quando arrivano in prima elementare sono già in grado di seguire l’insegnante.

La Repubblica, 28 Giugno 2012, pag, 33
  

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