di Tiberio Fusco
Caterina Balivo è felice, è al nono mese di gravidanza
e da oggi fino al 10 giugno ogni giorno è buono per la nascita del suo
primogenito. Durante l’intervista nella sua casa milanese, di fronte a una
scuola elementare con bambini che urlano giocosi («Così mi abituo»),suonano al
campanello e portano la culla, il lettino e la cassettiera.
Il suo amore Guido Brera, romano, è al
lavoro: è un gestore finanziario. La domestica Benita, di origine peruviana, le
ha cucinato bucatini all’amatriciana. Ne mangia due piatti. «Se non ora
quando?», rivela scherzosa. Non si capisce perché la Rai abbia messo in castigo
una ragazza così sveglia, perspicace, e nel pieno della sua bellezza
mediterranea. Alfonso Signorini, invece, le dà voce su Radio Montecarlo tutte
le mattine dalle 9 alle 10. «Raggiungo la redazione in metropolitana, leggo
tutti quotidiani all’alba. La maternità non è una malattia. Si può fare quasi
tutto: io continuo ad andare in palestra. E nel frattempo cambia in meglio il
senso della vita». E il senso del piccolo schermo muta? Lei è stata dal 2003 al
2011 sempre in televisione.
Com’è la tv, invece, vista da casa?
«Penso che in futuro la televisione vivrà
solo di grandi eventi. Premesso ciò mi piacerebbe realizzare quello
che ho sempre fatto: un programma legato alla gente comune, la stessa che mi chiede per strada perchè sono scomparsa».
che ho sempre fatto: un programma legato alla gente comune, la stessa che mi chiede per strada perchè sono scomparsa».
E
lei cosa risponde?
«Guardi, in questo periodo ho letto molto e Manzoni
mi ha fortificato. Credo ancora di più nella Provvidenza. Non ce l’ho con
nessuno della Rai. Trovo assurdo, però, che una ragazza giovane, che costa
poco, che finora modestamente ha realizzato buoni ascolti, non venga utilizzata
dall’azienda dove è nata. Sono stata ingiustamente messa in panchina, ma io,
pur tifando Napoli, ho la pazienza di Del Piero e aspetto che qualcuno se ne
accorga».
È
stato il direttore di Raiuno Mauro Mazza a farla fuori?
«Non lo so. Però Guido vorrebbe che
chiamassimo nostro figlio Mauro, in onore di Mazza, perché mandandomi via da Raiuno sono venuta a
lavorare a Raidue a Milano, dove ci siamo conosciuti e abbiamo deciso di
costruire una famiglia. E io ora sono sempre appiccicata a Guido perché gli uomini vanno curati».
Oltre che in Rai, lavorerebbe anche altrove?
«La mia preferenza va alla Rai perché finora
ho sempre lavorato lì e bene, anche in prima serata. Poi sono stata sostituita
mentre io non ho mai tolto il posto a nessuno. Comunque lavorerei anche a
Mediaset, Sky o La7. Basta essere apprezzata, non amo le autocandidature».
Lei, in tempi di crisi, è la classica bella
ragazza bruna che può affiancare un bravo conduttore al Festival di Sanremo. Le
sembra troppo?
«A me, da neomamma,
basterebbe anche lo Zecchino d’oro, ma lì c’è già Veronica Maya, una brava
collega. A Sanremo affiancherei Fiorello o Carlo Conti. Ho molto apprezzato
quello che ha detto Conti: “Non posso stare tutti i giorni in video e poi
presentarmi anche sul palcoscenico del Teatro Ariston”. Ma troppe volte abbiamo
visto a Sanremo quelli della Rai seduti in prima o seconda fila e quelli di
Mediaset sul palcoscenico, con tanto di liberatoria».
Sua figlia le dice che in futuro vuole
diventare velina, suo figlio il troni sta. Cosa risponde?
«Mi chiedo: dove ho
sbagliato? Ma tra vent’anni sarà tutto cambiato. Quando io dicevo a mia madre:
“Voglio andare a Non è la Rai”, mi replicava: “Studia e trovati un marito”. Io
dirò: “Parla con tuo padre perché è lui che ti ostacola”.
Comunque io a 18 anni andai via di casa».
E si classificò terza a Miss Italiane l 1999 «Poi feci anche un provino per le Letterine e
Gianna Tani mi chiese di togliere il mio neo sul collo. Anche per la pubblicità
della maionese Calvè volevano che eliminassi il neo. Ma io non lo farei mai. Ho
32 anni e non ho mai fatto ritocchini, né penso di farli».
Come chiamerà suo figlio?
«Intanto io non so ancora se
sarà un maschietto o una femminuccia. Non l’ho voluto sapere. Guido lo sa e me
lo ha fatto capire (pare sia maschio, ndr). Il figlio è un dono di Dio non una gara
tra sessi. Basta che stia bene. Non ho fatto nemmeno l’amniocentesi. Se dovessi
avere un bambino down non avrei problemi a crescerlo. Al Sud si sente molto
l’attesa del figlio maschio. Io,
invece, provengo da una famiglia dove siamo tre figlie femmine».
E le nozze?
«Sono cattolica e mi piacerebbe il matrimonio
in Chiesa. Il sogno di tutte le donne è sposarsi. Ma non posso perché Guido è già
stato sposato e ha due figli. Io rispetto il suo matrimonio precedente e mi va bene
così».
Guido è geloso?
«No, perché sa che il mio
cuore è suo. Guido ha un po’ di gelosia retroattiva. Io, invece, non sono
gelosa del passato ma del presente e del futuro. E sono gelosissima di Guido
perché è molto figo».
Ma non vuole proprio dirmi come chiamerà suo
figlio? «Se è un maschietto mi
piacerebbe chiamarlo Salvatore come mio padre, ma mi fanno notare che è un nome
un po’ pesante per vivere al Nord. Se è una femmina avrà di sicuro come nome
Anna perché il mio mito è Anna Karenina, un’eroina del cuore»
Oggi
che libro sta leggendo?
«Le donne lo sanno di Karen Weekes, con
tremila frasi di donne famose. Eleanor Roosevelt, first lady degli Stati Uniti,
diceva: “Penso che se una madre potesse chiedere a una fata madrina il dono più
utile per il suo bimbo appena nato, quel dono sarebbe la curiosità”».
Libero, 26 maggio 2012, pag, 33
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