Temono soltanto il freddo e la luce del sole. I consigli
del pediatra: “Non ricorrere a cure fai da te. Per affrontarli seguire tre
livelli: igiene domestica, test cutanei e immunoterapia desensibilizzante”
di Maria Paola Salmi
L’ acaro è invisibile ad occhio nudo, enormemente
brutto e veloce, antico perché abita la Terra da quasi 300 milioni di anni e
più di recente ha colonizzato le nostre abitazioni dove prolifera indisturbato tra
la polvere e, dunque, quasi dappertutto: materassi, tappeti, divani, coperte.
Due soli nemici, la luce solare e il freddo. È un allergene “perenne”, tra i
più temuti e fastidiosi, responsabile del 50 per cento delle allergie
respiratorie e cutanee. Il 70% dei casi di asma e la metà delle riniti
allergiche in età pediatrica è causato da acari della polvere.
Starnuti a raffica, gocciolamento e
congestione nasale, prurito a occhi, naso e orecchie, fastidio alla gola sono i
sintomi con cui di solito questi parassiti danno inizio alla marcia allergica.
In generale le persone (78%) conoscono il problema ma ritengono sia la polvere come
tale a innescare l’allergia, inoltre sono in molti a credere che sia
sufficiente allontanare l’allergene per risolvere i guai. È quanto rivela un
recente sondaggio online condotto in Europa per Stallergenes.
Pur
riconoscendone i pericoli e le conseguenze, le persone (73%) pensano che si
possa convivere con un’allergia da acari della polvere mentre un intervistato
su due ritiene che i pollini siano i principali imputati per quanto riguarda le
allergie respiratorie e che meritino una gestione diversa. «La reazione
allergica è innescata dalla concentrazione di acari che vivono nella polvere —
afferma Gianluigi Marseglia, pediatra allergologo all’università di Pavia — e,
sebbene le persone ritengano necessaria una visita dal medico di famiglia o da
uno specialista, nella realtà sopportano i sintomi di quello che a loro avviso
è un disturbo più che una vera malattia, non sono informati sulle immunoterapie
di desensibilizzazione e ricorrono al “fai da te” molto spesso».
Sono i bambini le vittime preferite dagli
acari. «L’epidemia allergica cui assistiamo da 10-15 anni è in parte legata al
cambiamento negli stili di vita in parte dovuta al fatto che l’acaro della
polvere, in particolare le sue feci, attacca preferenzialmente l’infanzia —
osserva Francesco Paravati, past president della Società di allergologia e immunologia pediatrica — mentre
adolescenti e adulti risentono più dei pollini, che peraltro sono stagionali,
al contrario degli acari presenti tutto l’anno con un acme riproduttivo in
autunno-inverno, per cui chi è allergico sta peggio da ottobre a marzo tanto
che le mamme finiscono per confondere i sintomi da raffreddore e influenza
tipicamente invernali con quelli da asma e rinite allergica degli acari».
Le misure ambientali anti-acaro sono
necessarie ma non si guarisce se ad esse non si associa una terapia causale e
sintomatica. «Le mamme i per pulitrici — continua Paravati — devono sapere che
per risolvere l’allergia da acaro e scongiurarne il peggioramento bisogna
seguire un percorso: igiene domestica, test cutanei, immunoterapia
desensibilizzante, che può essere somministrata dai 5 anni in poi a condizione
che la diagnosi di allergia all’acaro sia certa e che il bambino non abbia
sintomi gravissimi. La terapia viene fatta a casa per almeno tre anni con una goccia
o una pasticca sublinguale». A tutto questo si associa una terapia sintomatica
con schemi controllati dal pediatra. Il “fai da te” va abbandonato.
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