29 febbraio in sala parto

Negli ospedali della bergamasca
Venti piccoli «bisesti»

  Sono una ventina i bimbi nati negli ospedali bergamaschi il 29 febbraio. Potranno festeggiare insieme il loro primo vero compleanno solo nel 2016, a quattro anni. «Non è male avere un figlio che non invecchierà mai», scherzano Matteo e Mariella Locatelli, diventati genitori per la seconda volta ieri mattina agli Ospedali Riuniti, dove oltre a Marco Locatelli sono venuti al mondo cinque bambini. Gli altri sono nati nei diversi ospedali della Bergamasca: quattro a Seriate, tre ad Alzano, sei tra Piario, San Giovanni Bianco e Calcinate e una bambina a Treviglio. I dati sono aggiornati a ieri sera e – salvo parti veloci e imprevisti – dovrebbero essere corretti.
   I neogenitori sommano all’emozione che si accompagna a ogni nascita il brivido di una data così speciale: «Sebastiano non solo è nato il 29, ma anche a un orario singolare, le 13,13 – racconta  sorridendo il papà Walter Caccia – pensare che il termine era il 16 febbraio e hanno dovuto indurre il parto».
  Il problema di compiere gli anni il 29 febbraio è soprattutto uno: quando festeggiare il compleanno? «Molti parenti scherzando mi hanno detto che sarebbe stato un bel risparmio in termini di regali fare una sola festa ogni quattro anni, ma io non ci penso nemmeno: secondo me la cosa più giusta è celebrare sia il 28 sia il primo marzo», è il commento di Jacopo Riva, padre di Gabriele, il primo tra i bimbi nati ieri ai Riuniti. «Pensare che alle sei del mattino io e mia moglie stavamo ancora dormendo e prima delle nove nostro figlio era già nato».
  Con una vivacità non comune tra chi ha partorito da poche ore, Mariella Villa – la mamma di Marco Locatelli – ha raccontato la sua esperienza: «Il termine fissato per il parto era il 7 febbraio, ma fin dall’inizio della gravidanza io me lo sentivo che sarebbe nato il 29. Pur abitando in provincia di Milano, a Trezzo, non ho avuto dubbi nel far nascere mio figlio ai Riuniti, mi sono trovata benissimo». «Anche Michele, l’altro nostro bambino, è nato in una data particolare – ha aggiunto papà Matteo –, il giorno che mio padre compiva 70 anni. Non correrò mai il rischio di dimenticarmi del loro compleanno». Intanto i parenti hanno già iniziato a puntare al lotto i numeri di una data così particolare: «Mia cugina ha scelto di giocare con il 29 e altri numeri legati all’ora di nascita e al peso del bambino – ha raccontato con un sorriso Mariella Villa –, se poi dovesse vincere sarà un’altra prova della falsità del detto “anno bisesto anno funesto”».

L’Eco  di Bergamo, 1 marzo 2012, pag, 29  

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